“La Sezione Demanio e Patrimonio comunica:
Ai sensi della deliberazione n. 858 del 15 giugno 2016, la Giunta Regionale ha autorizzato l’avvio del procedimento di alienazione del bene immobile regionale denominato “Centro pilota per lo sviluppo integrato del turismo in Puglia” sito in Vieste “località Baia dei Campi”.
Il prezzo a base d’asta fissato dall’Agenzia delle Entrate – Ufficio provinciale del territorio di Foggia è pari a € 9.400.000,00 (novemilioniquattrocentomilaeuro). Le offerte segrete in aumento devono essere presentate, a mezzo raccomandata del servizio postale ovvero a mano con foglio di ricevuta in duplice copia da far sottoscrivere al ricevente, entro il termine di 45 (quarantacinque) giorni dalla pubblicazione dell’Avviso di vendita con relativi allegati (n.1 e n. 2) sul Bollettino Ufficiale regionale (Burp)n. 86 del 21 luglio 2015 e, contestualmente, sul sito telematico istituzionale nella sezione URP oltre che sulla piattaforma telematica www.empulia.it”.
Nuovo avviso e nuovo prezzo. Dagli iniziali 11 minioni e mezzo di euro, ora si è scesi a nove milioni e 400 mila euro. Come sarà giudicata questa cifra? Compatibile o meno? In occasione del primo bando di vendita, l’allora assessore al bilancio, Leo Di Gioia (ora all’agricoltura), ebbe a dichiarare <è difficile dire se questa consistente cifra sarà ritenuta abbordabile dagli investitori, anche considerando le spese necessarie al ripristino della piena funzionalità del complesso, ma di sicuro il percorso che abbiamo intrapreso non ha alternative. L’auspicio è che per questa via possa essere salvata una realizzazione di notevole pregio, ma ormai priva di qualsiasi utilizzabilità per le finalità istituzionali della Regione. Le risorse derivanti dalla vendita saranno integralmente reinvestite per lo sviluppo del territorio>.
Questo, dunque, il futuro che attende l’imponente struttura, costata, com’è noto, oltre settanta miliardi di lire e mai entrata in funzione. Un classico esempio di programmazione fallimentare, realizzata in assenza di un adeguato progetto di sviluppo. L’idea, sebbene apprezzabile, era quella di creare sul Gargano e nel Salento (qui, poi, non se ne fece più nulla) due poli direzionali finalizzati a creare manager del settore e servizi per le aziende, in particolare megalavanderia e confezionamento di cibi precotti da destinate non solo alle strutture ricettive locali ma anche a quelle del resto della Puglia e d’Italia. Se si esclude la formazione dei manager, attuabile anche se con qualche difficoltà, decisamente fuori mercato e ad ogni logica imprenditoriale, l’attivazione della megalavanderia e della preparazione di precotti in una realtà, come quella di Vieste, oltremodo distante dagli altri centri pugliesi e, per giunta, in totale assenza di adeguate vie di comunicazione (gap tuttora esistente, nonostante siano trascorsi decenni dall’esplosione del turismo sul Promontorio).
Questa realtà, è certo, ha frenato l’attivazione del centro direzionale che, col trascorrere del tempo, è andato via via deperendo, complici l’incuria, il vandalismo, i furti. A cui s’è aggiunta una buona dose di contenziosi a cui la Regione ha dovuto far fronte per tacitare impresa costruttrice, la proprietà dei suoli (Eni-Snam), e lo stesso comune di Vieste per ciò che riguarda il pagamento dell’ex Ici.
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