A finire nei guai sono due dirigenti medici dell’Asl di Vieste e un automobilista. Nel corso di servizi finalizzati alla verifica del rispetto delle norme di comportamento previste dal Codice della Strada, dell’efficienza tecnica dei veicoli, della regolarità della copertura assicurativa e documentale e dei titoli autorizzativi, attività aventi lo scopo di accrescere il livello di sicurezza della circolazione veicolare, gli agenti di polizia, sul lungomare della cittadina garganica, hanno proceduto al ritiro della patente di guida, perché scaduta di validità da qualche mese, nei confronti di un utente della strada.
La persona alla guida, scendendo dall’auto per il verbale, mostrava una andatura claudicante evidenziando un tremore del lato destro del corpo, mano compresa. Alla domanda degli operatori sulle condizioni di salute, l’uomo ha affermato di essere affetto da alcune patologie di una certa rilevanza. Dopo circa due settimane la stessa persona è stata notata, da un operatore libero dal servizio, condurre l’auto nonostante il ritiro di patente e le condizioni di salute incompatibili con la idoneità alla guida.
Ulteriori accertamenti effettuati presso la Asl di Vieste hanno permesso di appurare che l’utente, affetto da patologie incompatibili con il semplice rinnovo del medico certificatore, avrebbe dovuto essere sottoposto ad una visita collegiale da parte della Commissione Medica Provinciale.
L’indagine che ne è seguita ha portato all’acquisizione, presso la motorizzazione civile di Foggia, dei codici di inserimento facenti capo al medico certificatore dell’Asl che, con invio online al servizio Patenti Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Roma di una certificazione di conferma di validità della patente di guida, ha permesso all’utente di guidare.
Il dirigente medico, però, ha effettuato tali operazioni utilizzando le credenziali identificative (codice iscrizione e codice matricola) di altro dirigente medico che in tale data non era presente presso la struttura del Poliambulatorio di Vieste, ma svolgeva la propria attività lavorativa in altra sede.
È emersa, dunque, una duplice condotta delittuosa del medico accertatore consistente nella falsa attestazione d’idoneità fisica alla guida dell’utente (le cui patologie avrebbero imposto invece l’invio dello stesso all’esame della Commissione Provinciale di Foggia) e nell’utilizzo di credenziali informatiche di altro medico.
Una condotta illecita è stata riscontrata anche a carico del dirigente medico che, pur trovandosi in altra città, ha permesso ad un suo collega di effettuare la visita al suo posto e di inviare la documentazione a suo nome utilizzando le proprie credenziali identificative. L’indagine sta proseguendo per verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.
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