Il libro è stato presentato già a San Giovanni Rotondo, città natale di don Salvatore Miscio. Un copia è stata inviata anche a Papa Francesco: “ha risposto inviando un biglietto di ringraziamento”.
Il lavoro di don Salvatore rivolge attenzione sui testi di Fabrizio De André, con tante sorprese: la capacità del cantautore genovese di raccontare senza condannare, di coinvolgersi e coinvolgerti empaticamente nelle storie dei vinti. E poi l’ipocrisia. “È uno degli oggetti maggiori della sua critica – rimarca don Salvatore – soprattutto l’ipocrisia della classe borghese che utilizza anche la religione per conservare una certa etica ed una certa morale ma che poi si permette uno stile di vita nascosto e notturno che contraddice questa morale. Tant’è che i soggetti di De Andrè sono soggetti molto umili, i cosiddetti “vinti” di verghiana memoria. Chiunque ascoltando De Andrè può riconoscersi nelle dinamiche psicologiche dei suoi personaggi”. Nelle canzoni, meglio sarebbe dire, nelle poesie di De Andrè, si coglie l’ammirazione per Gesù Cristo e la sua umanità, che il cantautore non vuole pensare come «figlio di Dio» ma come «figlio dell’uomo», fratello anche suo; di lui però apprezza proprio ciò che testimonia il suo essere il Dio-con-noi. Si potrebbe, per certi versi, affermare che De André ha compreso Gesù Cristo e la sua missione più di tanti altri che «sanno a memoria il diritto divino ma scordano sempre il perdono».
L’appuntamento è per venerdì, 25 novembre, ore 18:00 nella “Sala Sagittario” dell’Istituto professionale alberghiero di Stato “Enrico Mattei” di Vieste. Seguirà un “live show” con Leo Soldano e Ippolita Rinaldi. Ingresso libero.