LETTERE IN REDAZIONE
Ho letto sul quotidiano “l’Attacco”che il Sindaco Nobiletti, nell’incontro tenutosi in Prefettura lo scorso mercoledì, ha affermato che il Comune di Viestenon accoglierà famiglie di richiedenti asilo perché questo danneggerebbe l’immagine turistica della nostra città.
Di quanti richiedenti asilo si tratta? Quanti? Dieci? Venti? Trenta?
Parliamo di poche decine di uomini, donne e bambini che scappano dalle guerre, che rischiano la vita e la perdono (e quanti l’hanno persa!) su barconi sgangherati, in traversate che non hanno nulla di umano, alla ricerca di una speranza di vita.
Quegli uomini, donne e bambini sono diventati una emergenza umanitaria e l’Italia è il paese che più di altri la fronteggia. L’Italia ė la nazione che tende la mano a questa gente e c’è da esserne orgogliosi.
C’è da essere orgogliosi che il governo abbia recuperato la nave affondata nel più grande naufragio nel Mediterraneo avvenuto il 18 aprile 2015 .
In quel naufragio persero la vita più di 700 migranti e i loro corpi sono stati recuperati. Di quei fantasmi l’Italia, unico paese al mondo, nel silenzio dei media, si è impegnata a dare un nome restituendo loro la dignità.
C’è da essere orgogliosi di imprese come queste e da essere fieri della nostra Nazione.
Ma cos’è l’Italia? Non siamo, in fondo,tutti noi? E ciascuno di noi non è forse chiamato a dare il proprio contributo al Paese?
Per questo le parole del Sindaco Nobiletti sono uno schiaffo alla Nazione quale insieme delle tante comunità presenti e sono uno schiaffo alla solidarietà umana.
Con il suo “Not In My Back Yard” Nobiletti è venuto meno ad un principio di collaborazione e di sostegno fra istituzioni per un problema che riguarda tutta l’Italia ed ė venuto meno al principio di solidarietà umana che dovrebbe caratterizzare ogni persona, a maggior ragione se questa assolve ad un ruolo di governo e di responsabilità.
Le parole del Sindaco che significano? Dieci, venti, trenta richiedenti asilo danneggiano l’immagine di una città. Perché? Che immagine avrebbe la nostra città con trenta richiedenti asilo?Sarebbe più sporca o con più pericoli di contagio infettivo o con più persone di un colore della pelle troppo scuro che disturberebbero i nostri ospiti? Ma il sindaco ci ha tenuto a precisare che no, non è questione di razzismo. Come bisogna chiamarlo, allora?
La vocazione turistica della nostra città non può giustificare la decisione di non accogliere richiedenti asilo, non può essere l’alibi di chi gira la testa dall’altra parte perché il problema non ci riguarda.
Quella vocazione turistica di cui parla il Sindaco è la componente economica che riempie le tasche di molti suoi amici, ma la vocazione della nostra Vieste (prima cittadina animal friendly della provincia!) è l’accoglienza che ha un valore che riguarda il sentimento umano non l’economia. Senza umanità non c’è economia che tenga.
Che tristezza quelle parole! Ancor più tristi perché pronunciate da chi rappresenta una amministrazione di giovani che sono piccoli, non per età ma per statura e non certo intesa come altezza. Giovani che hanno imparato subito a fare i “conticini” della vecchia politica, che non vogliono scontentare i loro grandi elettori, attenti al consenso elettorale spicciolo, agli istinti popolari, privi di coraggio ma non di scrupoli, come tutti i piccoli di statura.
Chissà che pensano della dichiarazione del Sindaco “l’altro Pd” della maggioranza sponsorizzato da Elena Gentile, i comunisti e il sindacato U.I.L. che hanno fatto vincere Viesteseitu e chissà che pensa Raffaele Piemontese che dimenticandosi del Pd di Vieste, cancellandolo dalla sua agenda, da tempo preferisce piuttosto corteggiare il Sindaco. Chissà persino che ne pensa il vicario Episcopale, don Gioacchino Strizzi, che ci ha tanto tenuto ad implorare “…la benedizione del Signore e l’intercessione dei Santi Patroni” su questa giovane amministrazione comunale.
Annamaria Giuffreda – Consigliera comunale PD
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