In occasione del terso appuntamento della rassegna “Musica Civica”, organizzata dal Comune di Vieste, e in una sala stracolma e silenziosa, attentissima e partecipe, ha tenuto la sua conversazione, ben condotta dal collega Enrico Ciccarelli, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Magistrato coraggioso, uno dei simboli della lotta alla “’ndrangheta” e che per questo motivo vive sottoscorsa dal 1989, Gratteri ha appassionato il folto pubblico presente, invitandolo più volte a non aver paura, a denunciare chi vuole imporsi con la violenza perché “un cittadino forte indebolisce la mafia”.
“Non esiste l’omertà ma la mancanza di fiducia – ha anche detto il magistrato -. Se per un giorno nessuno bussa alla porta di un comandante di una caserma dei carabinieri o della polizia, vuol dire che quel comandante ha fallito, perché non riscuote la fiducia del cittadino che ha bisogno di qualcuno con cui confidarsi. Ogni giorno – ha rivelato Gratteri – ricevo decine di persone che intendono denunciare. Tanto è vero che mi sono organizzato con i miei collaboratori perché intendo sentire tutti ed agire di conseguenza”. Ed ha aggiunto: “Spesso un po’ tutti noi abbiamo fatto finta di non vedere, anche noi magistrati, forze dell’ordine, politici, stampa, e abbiamo sottovalutato certi atteggiamenti e oggi ci troviamo di fronte ad una organizzazione potente, ricca, e con un fatturato enorme che grazie ai faccendieri è riuscita a mettere radici in quasi tutti i continenti”.
Di seguito l’intervista che Nicola Gratteri ci ha rilasciato e nella quale spiega le ragioni del suo ultimo libro “Padrini e padroni”, e fornisce diversi spunti di riflessione, con qualche consiglio anche al sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti.