“Viaggio nella memoria” per gli alunni dell’Ipssar Mattei di Vieste

Esperienza straordinaria appena terminata, che ha portato sette alunni ed un docente nei luoghi dove si è consumata una delle pagine più buie del XX secolo: i campi di sterminio di Auschwitz e Birchenau.
Raccontare … difficile! Cercheremo di farlo lasciandoci guidare dai sentimenti e dalle emozioni che ci hanno accompagnati.
Incomprensibile ciò che i nostri occhi hanno visto e ciò che le nostre orecchie hanno ascoltato.
Ai deportati è stato tolto tutto ciò per cui si vive: la famiglia, la terra, la dignità.
Qualcuno potrebbe chiederci … e la vita? Anche quella è stata sottratta loro, forse molti avranno anche pregato per perderla, altri volutamente si sono scagliati contro la recinzione ad alta tensione.
Strappati dalla propria terra e dalla propria famiglia, per essere deportati nei campi di concentramento, “colpevoli” di essere ebrei, polacchi,russi e zingari.
Comincia così la “conquista dello spazio vitale” da parte dei tedeschi:
“Gli ebrei sono una razza che deve essere sottoposta alla completa distruzione” (Hans Frank, Governatore generale della Polonia occupata).
“Dobbiamo liberare la nazione tedesca da polacchi, russi, ebrei e zingari” (Otto Thierack, Ministro della giustizia del III Reich).
“Il compito principale è rintracciare tutti i dirigenti polacchi, per poterli rendere innocui. Tutti i professionisti di origine polacca verranno impiegati fino allo sfinimento nella nostra industria bellica e tutti i polacchi verranno eliminati dalla faccia della terra” (Heinrich Himmler, Reichsfhuhrer SS).
La prima tappa ci ha portato dopo una visita a Praga, nel campo di transito di Terezin. Questo campo era utilizzato come sosta dei deportati che successivamente venivano trasportati ad Auschwitz , Birchenau e a tutti gli altri campi di sterminio. Nonostante non fosse un campo di sterminio, raccapriccianti erano le condizioni di vita degli esseri umani lì detenuti. I deportati dovevano fare i conti con fame, scarsissima igiene, mancanza di spazi vitali (ca.2 metri quadrati a persona) e per queste ragioni molti morivano di malattie o fame.
A seguire abbiamo visitato Lidice , piccola cittadina della Repubblica Ceca, completamente distrutta il 10 giugno1942, come rappresaglia da parte dei tedeschi, in seguito all’attentato delle forze partigiane ceche in cui era stato ucciso Reinhard Heydrich, “Protettore del Reich”, nel Protettorato di Boemia e Moravia.
Un silenzio surreale abita in un prato completamente innevato dove non resta che una grande scultura bronzea che rappresenta i bambini trucidati.
Di 99 bambini, 17 furono giudicati adatti per la “germanizzazione” e affidati a famiglie tedesche, per i restanti 82 bambini, il 2 luglio 1942, su indicazione di Adolf Eichmann, furono portati al campo di sterminio di Chełmno a 70 km da Łódź. Quasi certamente hanno trovato la morte il giorno stesso in camera a gas.
Fin qui si è riusciti a raccontare ciò che abbiamo visto e ciò che ci è stato narrato, ora sarà difficile dire cosa siano i campi di Auschwitz e Birchenau.
Atrocità, atrocità ed ancora atrocità. Come può l’uomo aver messo in piedi simili barbarie? Non lo sapremo mai. Condizioni igienico sanitarie nulle, solo un tozzo di pane ed una minestra (presunta tale), 1.62 metri quadri per detenuto, un letto (chiamiamolo così) ogni tre/quattro deportati, castrazione chimica, taglio dei capelli e di tutti i peli del corpo dai quali i tedeschi ricavavano saponi, scatole per gioielli e quant’altro.
Parlando della DIGNITA’ loro sottratta, avevano pochi secondi per poter assolvere ai propri bisogni, prima che il Kapò li picchiasse, pertanto erano costretti a fare la fila nudi (uomini e donne indistintamente).
Ai deportati venivano per punizione, strappate le unghie e lasciati al freddo a temperature che raggiungevano i -30°.

Campo di sterminio di Auschwitz
Ai detenuti oramai esausti, alcuni arrivavano a pesare 35/40 kg, veniva promesso un bagno caldo, invece entrati all’interno delle stanze trovavano finti bocchettoni da doccia da dove fuoriusciva gas. Era la fine!!!
Una volta morti, venivano trasportati nella stanza accanto, dove i tedeschi, prima di cremarli provvedevano ad estirpare loro denti d’oro, anelli e collane.
Forni crematori Auschwitz

Ora fermiamo il nostro racconto, (potremmo scrivere ancora per ore), con la speranza che questa memoria continui in ogni angolo della terra. Mai più simili atrocità!
Permetteteci di ringraziare il D.S. Prof. Paolo Soldano che da anni continua a credere in questa esperienza. Grazie Preside!!!
Vi lasciamo con una frase che ci ha colpito molto e che auspichiamo possa essere di monito alle future generazioni:

“Ed ora imparate che bisogna vedere e non guardare in aria, occorre agire e non parlare.
Questo mostro, stava una volta, per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancor fecondo”. (B.Brecht)

I partecipanti all’esperienza:
Prof. Ruggieri Rocco ( docente accompagnatore)
D’Avanzo Pasquale V Eno B
Reitani Anna V Eno B
Sciarra Pio V Eno B
Draicchio Raffaella V Eno B
Dimauro Pasquale V Eno C
Calderisi Giulia V Acc. Turistica
Mykhailiuk  Vitalij V Acc. Turistica

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