Tre albanesi arrestati, un viestano denunciato, due pistole Beretta con matricola abrasa e circa ottocento chilogrammi di marijuana sequestrata. Sono questi i numeri dell’ultima operazione portata a termine a Vieste dal personale del commissariato di Manfredonia e ella Squadra Mobile della Questura di Foggia.
Nel contesto criminale garganico, nello specifico dopo i numerosi fatti di sangue avvenuti recentemente in Vieste, la Polizia di Stato ha costituito un gruppo di lavoro, iniziando una meticolosa attività info-investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Foggia, e servizi di osservazione sul territorio volti a monitorare, prevenire e reprimere l’eventuale commissione di reati. In tale ambito si apprendeva che un emergente gruppo delinquenziale viestano aveva concluso una trattativa con personaggi malavitosi albanesi per l’approvvigionamento di un ingente quantitativo di marijuana, nell’ordine di diversi quintali.
La droga era arrivata in territorio garganico qualche giorno addietro ed il deposito della stessa sarebbe stato ubicato in una zona controllata dal citato gruppo malavitoso, in un luogo non distante dal mare. Veniva quindi predisposto un servizio specifico di controllo del territorio e mirato all’individuazione del deposito; in tale ambito alcuni pedinamenti eseguiti nella mattinata del 2 marzo a Vieste, hanno permesso di individuare un furgone che dopo essersi recato in zona ‘Lama le canne’ si allontanava in direzione Poggio Imperiale, per poi immettersi sull’autostrada A14 direzione Pescara.
Il mezzo, opportunamente pedinato, veniva poi sottoposto a controllo a Pescara dal personale della Squadra Mobile abruzzese, non appena imboccata la A25 direzione Roma. All’interno, abilmente occultata in un doppiofondo elettrico, c’erano 170 chilogrammi di marijuana. Per questo motivo il conducente albanese, Majron Kapllanay di anni 31, veniva tratto in arresto.
Nel prosieguo dell’attività investigativa, ieri pomeriggio in località ‘Tomarosso’ gli agenti di Manfredonia e Foggia individuavano il deposito della marijuana sbarcata sul Gargano; all’interno di un edificio in costruzione, c’era l’intero carico di circa 600 chilogrammi della medesima sostanza stupefacente. I due “custodi” albanesi, Ardit Abilaliaj di 25 anni e Ali Pulomemoj di 24, venivano immediatamente ammanettati. Sotto i sacchi a pelo utilizzati per dormire e nella loro immediata disponibilità, venivano altresì rinvenute due pistole con matricola abrasa pronte a far fuoco e numeroso munizionamento.
Nel corso dell’arresto, sul luogo dell’evento, giungeva un’autovettura condotta da un cittadino viestano, Q. P. di anni 45, fratello di un esponente di spicco della malavita operante sul territorio garganico. L’uomo, alla vista dei poliziotti, abbandonava repentinamente l’autovettura e si dileguava all’interno della macchia mediterranea facendo perdere le proprie tracce.
Solo più tardi, cambiatosi nel frattempo d’abito, si presentava sul luogo, evidentemente pensando di averla fatta franca o per recuperare il suo veicolo e sincerarsi della presenza della droga. Veniva invece bloccato dagli agenti appostatisi nella fitta vegetazione ai quali forniva spiegazioni palesemente mendaci.
La successiva perquisizione presso la sua abitazione permetteva di rinvenire gli abiti dismessi per cui veniva deferito in concorso con gli albanesi per la detenzione della droga. Sono stati sequestrati 800 euro, trovati in possesso ai due cittadini albanesi, diversi telefoni cellulari e carte di credito, nonché altro materiale al vaglio degli inquirenti.