Vieste – I cento anni non compiuti del maestro Salvatore Palumbo

Il maestro Salvatore Palumbo nella sua bottega artigiana di San Francesco.

Oggi, 17 marzo, gli italiani festeggiano questa data ricordando l’Unità d’Italia. A Vieste i cittadini  si uniscono nel ricordo del maestro Salvatore Palumbo. che proprio  oggi avrebbe compiuto 100 anni. L’artigiano viestano, scomparso lo scorso 29 gennaio, ha lasciato un enorme eredità artistica a livello locale, riscontrabile principalmente nelle chiese più antiche del luogo, tra cui la Basilica Concattedrale e la chiesa di San Francesco.

Sin da piccolo, Salvatore Palumbo mostra abilità e talento di scalpellino lavorando presso la propria bottega artigiana. Chiamato a difendere la Patria durante la seconda guerra mondiale,  viene fatto prigioniero dalle milizie inglesi e trasferito preso i campi di lavoro in Africa dove,  grazie alle sue capacità, porta a compimento la realizzazione di diverse opere architettoniche, tra cui ponti e dighe, soprattutto in Sudafrica. 

A guerra conclusa, ritorna in Italia e inizia ad affermarsi come artista, scultore e scalpellino collaborando con diverse ditte per opere architettoniche nel Centrosud. Nei primi anni Cinquanta gli vengono commissionati dei lavori a Londra, presso la corte reale dei Windsor, tra cui il restauro delle facciate di un antica chiesa e di un castello, rimanendovi per due anni. A seguito del terribile terremoto in Irpinia,l nei primi anni Ottanta, fa parte di un équipe di lavoro per la ristrutturazione del Duomo di Avellino e di altre costruzioni ivi adiacenti.

Palumbo alle prese con la realizzazione del magnifico rosone della chiesa di San Francesco

Negli anni Novanta, viene nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. A Vieste è autore di opere architettoniche di rilevante importanza, come il restauro quasi totale della chiesa di San Francesco, e la costruzione dell’ambone  (132 blocchi di pietra incastonati tra loro in perfezione geometrica) nella stessa chiesa. Nella Cattedrale viestana lascia segni tangibili della sua espressione artistica, anche lì è da menzionare l’ambone realizzato con pietra tufacea.

Negli ultimi anni, nonostante la veneranda età, continua a lavorare presso la sua storica bottega di artigiano adiacente la chiesa di San Francesco, diventando un punto di riferimento di turisti e curiosi e anche di giovani artisti locali, tra cui il viestano  Marco Baj autentico discepolo del maestro.

Salvatore Palumbo, dunque, può definirsi un pezzo di storia e dell’arte viestana. Uomo, padre e nonno instancabile che attraverso le sue mani, il suo cuore e la mente ha regalato un patrimonio unico e inimitabile nel panorama artistico locale.

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