Questa riconversione non è altro che la trasformazione del nostro P.P.I. in una sorta di servizio di guardia medica con ambulanza al seguito con riduzione dell’offerta sanitaria sul territorio. Il Comune di Vieste presenta un particolare disagio per quanto riguarda la sua posizione geografica, la distanza e la difficoltà per raggiungere l’ospedale più vicino, tanto che è stato classificato come area interna svantaggiata e per questo gli compete per legge un ospedale (in analogia a quanto è successo al Comune di Lucera) con un P.P.I., 20 posti di degenza e la previsione di importanti innovazioni organizzative quali la chirurgia di un giorno e i ricoveri non superiori a cinque giorni, con la possibilità di eseguire anche indagini radiologiche da trasmettere agli ospedali di primo o secondo livello di riferimento. Appaiono pertanto insufficienti le rassicurazioni offerte lo scorso 3 febbraio, nel Consiglio Comunale
I medici che hanno dato vita al Comitato sono tutti sconcertati e perplessi in quanto appare evidente che una, magari due sole ambulanze e la loro relativa equipe medica non possano affatto riuscire a garantire un servizio sanitario adeguato. Cosa accadrà ai 14 mila viestani e le centinaia di migliaia di turisti ove i pochi collegamenti viari dovessero essere non percorribili e di fatto gli operatori del 118 impediti a recarsi al lavoro a Vieste? Nemmeno il servizio di eliambulanza potrebbe sopperire a tutti tali problemi perchè di fatto verrebbero a mancare i sanitari per prestare in sicurezza tutte le operazioni del caso.
Da anni la nostra città ed il Gargano chiedono il riconoscimento di zona disagiata e maggiore assistenza medica ed invece la Regione Puglia continua ciecamente a tagliare. Il previsto piano di riordino regionale invece penalizza ancora una volta di più il Gargano ed i suoi abitanti. Con un bacino estivo complessivo di almeno 2 milioni di turisti e con una comunità come quella garganica in continua emergenza, visti i problemi di viabilità che impediscono rapidi spostamenti verso i più organizzati centri ospedalieri, è incomprensibile ed assurdo il piano regionale di accentramento sanitario. L’eliambulanza notturna, il minilab e tutta una serie di diagnosi salvavita sono negate ad una popolazione che già di suo vive con l’ansia e la speranza di non dover mai ricorrere a cure mediche. Numerosi saranno gli incontri ed i punti di ritrovo per la raccolta firme che abbiamo indetto. Tutta la cittadinanza è quindi invitata, già domenica 26 marzo mattina dalle ore 10.30 presso i giardini pubblici di Vieste, munita di valido documento di riconoscimento, a sottoscrivere la petizione per il mantenimento e potenziamento del Punto di Primo Intervento di Vieste.
Il Presidente del Comitato
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