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Vieste – Grande successo per le “Giornate di Primavera Fai”

Come ampiamente documentato dalla nostra testata giornalistica con vari servizi, nei giorni 25 e 26 marzo scorsi, Vieste ha vissuto un evento unico in Italia, che ha contribuito a ricostruire un ponte tra 300 persone partecipanti alla visita di due luoghi del territorio Garganico, attraverso la riscoperta di luoghi speciali, dove è scritta la nostra storia e la nostra identità.
Grazie all’Ipssar “Enrico Mattei” di Vieste e del dirigente scolastico, Paolo Soldano, ai i docenti d’istituto, sono stati accesi i riflettori su due luoghi di inestimabile valore per la città tra cui il Castello Svevo e la Villa Romana: Il Castello Svevo aragonese, un luogo solitamente chiuso al pubblico ma, per l’occasione grazie alla disponibilita’della Marina Militare e del comandante Sibillio Angelo, e’ stata possibile l’apertura di questo monumento dalla lunga e travagliata storia. Con più di mille anni di vita, il Castello di Vieste è citato già dall’anno 1059 in antichi documenti. Normanno, poi Svevo,Angioino, Aragonese e Spagnolo, si erge in cima alla scogliera della nota località turistica nonche’ Perla del Gargano.
Invece nei pressi del Santuario della Madonna di Merino, tra Peschici e Vieste,si possono ammirare la Villa Romana dove si trovano i ruderi di un’antica villa romana dedicata alla produzione agricola. Il sito, in parte utilizzato successivamente per la costruzione del Santuario, fa parte dell’insediamento di Merino. Si sono infatti rivelati nei dintorni ulteriori ritrovamenti di caseggiati, recinzioni e manufatti della medesima epoca. La villa probabilmente del I secolo a.C. si presenta oggi con i resti di strutture per la produzione di olio e/o vino, costituiti da vasche di raccolta, canali e buche per l’alloggiamento di olle di conservazione. Visibile inoltre murature romane anche nell’area adiacente l’attuale Santuario.In molti tra le giornate di sabato 25 Marzo e soprattutto di Domenica 26 marzo hanno visitato questi luoghi con la guida degli apprendisti ciceroni FAI accuratamente preparati dalle docenti dell’IPSSAR Mattei e del Parroco del Santuario di Santa Maria di Merino, Don Giorgio Trotta che ha fornito il materiale e notizie da lui custodite dagli interventi di esperti Archeologi, storici e rappresentanti della soprintendenza .
Spenti i riflettori sulle Giornate FAI di Primavera il nostro lavoro però non si ferma. Tutto l’anno ci impegneremo concretamente perché il paesaggio viestano, i suoi luoghi,i suoi monumenti, i capolavori d’arte che custodiscono e che raccontano la nostra storia, la memoria e l’identità del nostro Paese non vengano mai dimenticati, ma siano protetti, rispettati e valorizzati, per sempre e per tutti.

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