Abbattuto immobile abusivo nei pressi del porto di Peschici. Si tratta di un vecchio magazzino per pescatori poi sopraelevato. Inutile la domanda di condono dei proprietari che la procura di Foggia non avrebbe tenuto in considerazione. L’intervento rientra nella convenzione siglata nel 2014 tra i Comuni dell’Area Protetta, il Parco del Gargano e la Procura della Repubblica di Foggia. Nel mirino gli immobili abusivi colpiti dai decreti di abbattimento emessi dalla stessa autorità giudiziaria, a seguito delle sentenze definitive di condanna degli autori dei reati.
Cinquanta gli interventi operati per esaurire il fondo ministeriale (500mila euro), giacente da un decennio nel bilancio del Parco del Gargano. Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto all’Ente Parco di avanzare una richiesta per rimpinguare il capitolo del bilancio, previsto per interventi di abbattimento e ripristino delle aree interessate dagli abusi. La risposta non si è fatta attendere. A seguito di una ricognizione effettuata dalla Procura, sono stati individuati altri 70 interventi, per un costo stimato di 2 milioni di euro.
Occhi puntati soprattutto su strutture turistiche e commerciali mentre si punta a salvaguardare le prime abitazioni. “Non saranno tollerate sviste – disse l’ormai ex procuratore capo di Foggia, Leonardo De Castris -; mi auguro che ci sia collaborazione e, nel caso non ci fosse, i soggetti colpiti dal provvedimento dovranno farsene una ragione”. Ma per gli oppositori della gestione del Parco targata Stefano Pecorella, quel patto con la Procura non sarebbe efficace perché non permette di valutare “caso per caso”. Intanto, proprio Pecorella ha abbandonato l’ente il 28 aprile scorso per scadenza naturale del mandato. Al suo posto c’è Rocco Ruo in attesa della nomina del Ministero dell’Ambiente che potrebbe confermare Pecorella o assegnare l’incarico ad altro soggetto.