Lanciata una petizione popolare indirizzata a S. E. Mons. Michele Castoro, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, per scongiurare la soppressione di una parrocchia cittadina e la presenza di un unico parroco
I cittadini di Rodi Garganico non ci stanno all’ipotesi che le attuali due parrocchie della Madonna della Libera e di San Nicola di Mira vengano accorpate in una sola parrocchia guidata da un unico sacerdote, che sarebbe evidentemente insufficiente ad assicurare un servizio spirituale adeguato alle esigenze della comunità, soprattutto nel periodo estivo quando la popolazione si moltiplica per la presenza degli ospiti stagionali. Ne scaturisce un appello al vescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, affinché tenga in debita considerazione le esigenze della popolazione, evitando scelte a tavolino che finirebbero per alimentare nuove tensioni sociali che penalizzerebbero ulteriormente una comunità già sofferente perché privata nel giro di pochi anni di altri servizi essenziali.
“Essendo venuti a conoscenza che Ella a breve dovrà decidere sulla sorte delle due parrocchie di Rodi Garganico – spiegano i cittadini nella petizione popolare indirizzata a S. E. Mons. Michele Castoro, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo – non le nascondiamo tutta la nostra apprensione per una scelta che non sarà affatto semplice e per la quale, pur non volendo entrare nel merito, intendiamo esprimere il nostro punto di vista per scongiurare che vengano assunti provvedimenti a tavolino che finirebbero per essere gravemente lesivi dell’interesse del popolo e delle esigenze dell’intera comunità rodiana.
Come certamente saprà, la nostra cittadina da qualche anno sta attraversando un momento particolarmente difficile e, di fronte ad eventi efferati che non avevamo mai avuto la sfortuna di vivere prima d’ora, noi cittadini siamo davvero molto preoccupati per il futuro della nostra comunità e ancora di più per quello delle future generazioni. Nel giro di pochi anni ha chiuso la Casa Famiglia dell’UAL e uno storico sportello bancario; la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione ci ha sottratto il Pronto Soccorso, la sezione distaccata del Tribunale di Lucera, l’agenzia INPS, la casa mandamentale e la Brigata della Guardia di Finanza.
Anche la scuola ha patito stravolgimenti con la soppressione della dirigenza e l’aggregazione degli istituti rodiani alla sede di Ischitella. Una scelta drastica che ci ha privato della nostra storica identità culturale e da qualche anno ci obbliga a subire decisioni imposte da esigenze di altri paesi, a noi limitrofi ma tanto distanti per tradizioni e abitudini di vita, che spesso finiscono per creare ulteriori occasioni di scontro e tensione sociale.
L’unico approdo sicuro in questo mare burrascoso è rimasta la parrocchia, all’interno della quale le famiglie respirano ancora un clima sereno e i giovani hanno la possibilità di divertirsi e socializzare con i loro coetanei. Tra loro anche chi è stato strappato alla strada o ha vissuto momenti estremamente delicati e solo ora ha ritrovato finalmente la rotta smarrita riscoprendo il vero valore del vivere. Una comunità che vive, si riunisce, condivide una chiesa, non può rinunciare alla presenza costante e sempre disponibile del proprio Parroco. Per i fedeli il sacerdote è un punto di riferimento irrinunciabile in quanto il Parroco non è solo colui che per volontà di Dio celebra la Santa Messa, ma egli è una presenza rassicurante, che guida, consiglia, incoraggia, conforta nel cammino di fede. Una Parrocchia è una comunità e la presenza quotidiana del sacerdote ne è il collante.
È per tali motivazioni che nella revisione che Ella dovrà compiere ci permettiamo di chiedere a Sua Eccellenza di lasciare immutata l’attuale situazione cittadina che vede la presenza di due distinte parrocchie guidate da altrettanti sacerdoti. Diversamente, a seguito dell’imminente cessazione delle funzioni di parroco di don Michele Carrassi per raggiungimento dell’età canonica, oltre ad aggravare ulteriormente una situazione sociale già di per sé drammatica, sarebbe infatti impossibile garantire un’adeguata assistenza spirituale e un consono numero di celebrazioni eucaristiche in particolar modo durante il periodo estivo con la folta presenza di ospiti.
Nella decisione che dovrà assumere – concludono i firmatari dell’appello – Le chiediamo anche di tener conto dell’operato svolto dal parroco della chiesa madre San Nicola di Mira e dei suoi parrocchiani. Nei suoi 17 anni di presenza a Rodi Garganico, don Michele Pio Cardone ha svolto un lavoro egregio, impegnandosi instancabilmente nell’attività pastorale e la nostra comunità, ora più che mai, ha bisogno di continuità per poter vivere tranquilla”.
La petizione popolare, che nel giro di poche ore ha già raccolto centinaia di adesioni e può essere sottoscritta anche sul sito di petizioni online change.org (https://www.change.org/p/s-e-mons-michele-castoro-no-all-accorpamento-delle-parrocchie-di-rodi-garganico), segue alcune comunicazioni riservate già indirizzate a Mons. Castoro da parte del Sindaco e dei Consiglieri comunali di Rodi Garganico, del Consiglio Parrocchiale della chiesa Madre San Nicola di Mira e di numerosi fedeli che finora sono rimaste prive di riscontro.