Riconosciuta per la prima volta l’aggravante della mafiosità in un processo riguardante la criminalità di Vieste. Lo ha stabilito questa mattina la corte d’appello di Bari, che ha condannato a 7 anni e mezzo Giambattista Notarangelo, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso nel processo scaturito dalla denuncia di imprenditori turistici del Comune garganico, che diedero vita alla prima associazione antiracket in provincia di Foggia. Nella circostanza, l’imputato, secondo i giudici, agì manifestando il potere di intimidazione del clan, generando timore nelle due vittime, titolari di un villaggio vacanze. Condanne confermate anche per gli altri quattro imputati, tra i quali Marco Raduano, al quale sono stati inflitti 7 anni, ritenuto il capo della malavita viestana.
Nel processo era imputato anche Angelo Notarangelo, ucciso due anni fa. L’inchiesta – denominata “Medioevo” – riguardava una decina di estorsioni commesse tra il 2008 e il 2010 ed ha segnato un’importante svolta nella lotta ai clan del Gargano.Per l’occasione, il Comune di Vieste si costituì parte civile. (fonte: Norbaonline.it)