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Vogue Discovering Gargano, viaggio nel suggestivo “sperone d’Italia”

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Vogue Discovering GarganoL’itinerario prosegue verso il promontorio del Gargano, gergalmente chiamato anche lo “sperone dello stivale”, e man mano che ci si sposta verso la costa, la tavolozza di colori di questa terra rapisce l’occhio di chi l’ammira. L’alternarsi del giallo dei campi con il verde della vegetazione lussureggiante che, una volta arrivati a Mattinata, si perde nell’azzurro del mare e del cielo, fino ad essere illuminato dal bianco della falesia lungo la costa verso Vieste.
Prima di arrivare a Mattinata però, ci si imbatte in due delle chiese più belle in stile romanico-pugliese. La prima è la basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, costruita sulle fondamenta di una Basilica paleocristiana, i cui resti sono venuti alla luce durante gli scavi. Ed esattamente su i suoi resti, l’artista Edoardo Tresoldi, nel 2016 ha realizzato una spettacolare installazione in rete metallica, alta ben 14 metri, che ricostruisce fedelmente l’antico edificio.
Altro notevole esempio di architettura romanica è L’abbazia di San Leonardo in Lama Volara, che un tempo era il luogo dove i pellegrini che percorrevano la via Sacra Longobardorum (che collega i santuari dalla Spagna fino a Gerusalemme), facevano sosta per rifocillarsi prima di raggiungere il santuario di San Michele Arcangelo.
Nel borgo di Monte Sant’Angelo sorgono infatti diversi luoghi di culto cristiani, come l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, il Tempio di Sant’Apollinare e ilsopracitato Santuario di San Michele Arcangelo risalente al XIII secolo e dal 2011 parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Tra una visita al monastero e una passeggiata nel caratteristico Rione “Junno” con le sue casette bianche ‘a grappoli’, consigliamo una sosta dallo chef Gegè Mangano e da sua moglie Ninni, per godere dei forti sapori del Sud che lo chef porta in tavola nel
Finalmente il mare. Arrivati a Mattinata, villaggio immerso nel Parco Nazionale del Gargano, il più vasto d’Italia, unicum ambientale preziosissimo e ricco giacimento di biodiversità, ci si potrà rilassare in alcune delle più belle spiagge di tutta la Puglia. Tra queste spiccano la baia di Mattinatella e la baia di Vignanotica che sorge all’ombra di un’imponente falesia costellata dal rosmarino e dal pino d’aleppo, raggiungibile via terra tramite un lungo sentiero ma, l’acqua cristallina della spiaggia, vale tutta la fatica. E ancora la baia delle Zagare e la baia dei Mergoli, le due spiaggie di ghiaia bianche, famose per i faraglioni plasmati dalle sapienti mani di Madre Natura, posti poco lontano dalla riva.
Per beneficiare a pieno della bellezza del posto, consigliamo di soggiornare pressol’Hotel Baia dei Mergoli, recentemente ristrutturato, il resort, immerso nella riserva naturale del Monte Barone, offre ai suoi ospiti il giusto compromesso tra relax, benessere e lusso. Imperdibile per chi passa da Mattinata, è una cena a La Lanterna, trattoria tipica dove Salvatore e la sua famiglia vi delizieranno con i semplici ma freschissimi prodotti della migliore tradizione garganica.
Proseguendo il nostro itinerario, in questa parte della costa si trovano alcune delle più belle calette e grotte marine, tutte da ammirare via mare, come la Grotta dei Colombi, la Grotta dei Sogni o la Baia dei Gabbiani e la Baia Rossa.Lungo i tornanti panoramici che conducono a Vieste, c’è uno dei luoghi più suggestivi del Gargano, nonché uno dei più fotografati dai turisti, “l’architello” di San Felice, arco roccioso di formazione corsica che si apre sull’omonima baia.
Arrivati al villaggio marittimo di Vieste, un tempo chiamata dai pescatori “La Sperduta”, grazie alla sua posizione isolata rispetto agli altri centri garganici, ci si trova davanti al guardiano delle sue immense spiagge sabbiose, il Pizzomunno. Un monolite di ben 25 metri, simbolo della città di Vieste, che campeggia sulla spiaggia del Castello. A questo monumento naturale sono collegate diverse leggende, tra cui la vicenda amorosa tra Pizzomunno e Cristalda, due giovani amanti separati dalla feroce gelosia delle Sirene, che rapirono la fanciulla trascinandola negli abissi costringendo il bel giovane ad una eterna dannazione, allorché Pizzomunno, dilaniato dal dolore per la perdita della sua amata, si pietrificò nel bianco scoglio che ancora oggi porta il suo nome.
Mettendo da parte il fascino canzonatorio del romanticismo, il litorale di Vieste è punto di ritrovo per gli amanti dello sport e in particolare del surf, del kitesurf e del windsurf, praticabili grazie ai venti che abbracciano un po’ tutto il Gargano. Le spiagge più attrezzate sono sicuramente Spiaggia Lunga, Crovatico, Cala Molinella, Spiaggia di San Lorenzo, Punta Lunga e la spiaggia di Portonuovo.
Per maggiori info: www.bastysurf.com o visitare il canale dedicato allo sport del sito web del comune.
Ultima tappa del nostro viaggio alla scoperta della Capitanata, è il borgo medievale di Peschici. Fondato nel 970 d.c. dagli Schiavoni, popolo di origine slava, è oggi considerato una delle mete più suggestive e ambite della zona, con la sua costaper metà rocciosa e per metà di sabbia, caratterizzata dai trabucchi, vecchie ed ingegnose costruzioni da pesca, talvolta utilizzati anche come strumento di difesa, oggi tutelati come patrimonio culturale.
Ed è proprio in uno di questi trabucchi che i fratelli Vincenzo e Domenico Ottaviano, portano avanti la tradizione del nonno Mimì, di cui il ristorante prende il nome. In zona, dici Trabucco e dici Mimì, perchè il locale èormai un’istituzione peschiciana consolidata, oltre che un posto meravigliosamente autentico. Si mangia vista mare il pescato freschissimo, sulla piattaforma in legno recuperata nel 1956 da Mimì e dalla moglie Lucia, e si gusta l’aperitivo e lo spettacolare tramonto, seduti su delle panche rudimentali sparse sulla scogliera a ridosso del mare.
Calato il sole, salendo nel centro storico di Peschici, ci districhiamo tra un labirinto di vicoli che pullulano di botteghe artigiane e locali dove poter vivere a pieno la tradizione culinaria del posto, come il raffinato ristorante Porta di Basso, nato dall’idea di un peschiciano doc, lo chef Domenico Cilenti, che accoglie i suoi ospiti nell’elegante dehors, diviso tra due terrazze che si affacciano sulla roccia a strapiombo. La vista è mozzafiato e la cucina, che gira intorno alla continua ricerca dei prodotti del Gargano, è un gioiello gastronomico da scoprire.
Di giorno invece, da non perdere sono la Spiaggia di Jalillo (detta anche del Mappamondo), la Spiaggia di San Nicola, la Spiaggia di Zaiana, la Spiaggia di Manaccora e il suo omonimo Grottone, la Baia di Procinisco e la Baia di Manacore.
Per concludere in bellezza questo itinerario fatto di cultura, cibo, paesaggi mozzafiato e scenari incontaminati, bisogna fare un salto alle Isole Tremiti, raggiungibili via mare da Peschici o da Vieste, o più comodamente in elicottero dall’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia, dove l’Alidaunia effettua voli di linea ogni giorno per le isole di San Domino e San Nicola, distanti solo 15 minuti di volo.
Le isole Tremiti sono ammantate di fascino e leggenda e conservano ancora la bellezza della natura spartana. Sull’isola di San Domino, ogni cala è un posto da scoprire che, quasi, ci si stupisce di trovare altre persone. Sono avvertiti i turisti da lido: qui ci si tuffa dagli scogli, non ci sono ombrelloni e trovare un chiosco che venda acqua o del cibo è una vera rarità.
L’ideale, infatti, per poter visitare le cale e scoprire le altre isole (San Nicola e Capraia) è affittare un’imbarcazione o fare una gita in barca seguendo gli itinerari scelti dai pescatori del posto che, tra una pesca di ricci e cozze, si divertono a scarrozzare i turisti in lungo e in largo. Solo così si potrà scoprire la Grotta delle Viole, dove il mare s’insinua all’interno di un crepaccio e crea una piscina naturale dall’azzurro brillante, Punta Secca o lo Scoglio del Corvo, tra i punti più suggestivi dove fare immersioni.
Nascoste tra la fitta vegetazione della macchia mediterranea, ci sono, invece, le cale raggiungibili anche via terra. La più famosa è Cala Matana: uno strapiombo su cui si affaccia la villa di Lucio Dalla e che è stata fonte d’ispirazione per Com’è profondo il mare o 4 Marzo 1943. Ce ne sono altre, però, meno conosciute che forse solo chi è del posto avrà la premura di consigliarvi. Tra queste Cala dei Benedettini o Cala dello Zio Cesare. Impervie per accesso, ma insuperabili per la limpidezza dell’acqua e la bellezza paesaggistica.
Non resta quindi che dimenticare la frenesia della città e immergersi nella natura, in un’avventura intima, da vivere e assaporare – letteralmente – con tutti e cinque i sensi, e abbandonarsi così nell’anima di questa terra. Dove ogni luogo ha una storia a sé stante, dove il tempo si è fermato e si respirano le tradizioni culturali e culinarie di una volta. Un connubio vincente, quello tra la natura e la genuinità della popolazione locale, che rende l’Italia unica al mondo. Un posto dove è impossibile non lasciare il cuore.
Vogue Italia – Ha collaborato Albachiara Re.

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