Riprendere in mano la situazione e rimettere su giusti binari e direzione il destino di questa comunità non sarà facile, come difficile sarà la scelta dei prossimi amministratori dotati di competenze, lungimiranza, determinazione. Liberi da ogni laccio clientelare e capaci di tagliare quella cinghia di trasmissione fra consenso facile e voto di scambio che ha trasformato il paesello in un Suk arabo di quart’ordine, dove vige la pratica “ paghi uno e prendi la famiglia in carico “, con codazzo di figli, nipoti, cognati, fratelli, mogli, ecc, ecc.
Il personale “ politico “ si è ridotto al lumicino e quello che resta oggi, ad eccezione di pochi nomi, non mi pare di conio pregevole, né pronto al sacrificio del bene comune, rinchiusi come sono in club o sette, ubriachi di ideologie archeologiche che non producono neanche fichi secchi. La risposta, e nuovo vigore, potrebbe arrivare dal “ civismo “ solo se si ribalta la concezione ottocentesca di “ coalizione “. Fino a ieri è stata la cosidetta società civile che ha alimentato, nei momenti difficili, le esanime liste dei partiti, valorizzandole con nomi, competenze e personalità di rilievo. Oggi, questa pratica va rovesciata. Sono gli anemici partiti che dovrebbero “ prestare “ le loro migliori forze e menti al servizio del civismo e degli interessi generali. Le recente tornata amministrativa, che ha interessato diversi comuni del Gargano, Monte Sant’Angelo, Carpino, Ischitella, Rodi Garganico, e prima ancora, Isole Tremiti, Vieste e Peschci, ha rilanciato e affinata l’opera di “ governo “ di questi comuni attraverso l’azione innovatrice e di cambiamento del civismo. Alcuni riaffermando buoni amministratori, altri cambiando totalmte la geografia, le facce, alleanze, persone, uomini e donne. Proprio dalle Tremiti ci viene una lezione da manuale del “ buon amministrare “: 20 milioni di euro, più una compartecipazione della Regione Puglia, per un progetto di recupero e risanamento urbano; il Ministro Franceschini, MIBACT, ha aperto i cordoni della borsa; il cuore del sindaco Fentini e della sua maggioranza ha pulsato e creduto; la mente dell’Ufficio Tecnico delle Isole, guidato dal nostro concittadino l’Arch. Francesco Delli Muti, ha prodotto il progetto. L’unico paese fermo, immobile, invischiato solo in monnezza e pratiche quotidiane, sotto il peso di una famelica clientela resta, per mancata rimozione forzata, a contemplare le facce affaticate e i culi statici. Recuperare cinque anni persi è missione impossibile se si continua a chiacchierare o recitare giaculatorie già ascoltate. Va riconosciuto, invece, il coraggio e la determinazione di colui, o colei, a misurarsi prossimamente con problemi sepolti dalla polvere, e dove la pentammucchiata Sementino ha miseramente fallito, mettendoci poca faccia e tanto culo. Buona domenica!
Michele Angelicchio
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