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Puglia, inizio anno scolastico il 1° ottobre? Forse sì, forse no

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studentiModello Puglia sul calendario scolastico. Se ne parla spesso ultimamente, ma ora la nostra regione potrebbe fare da apripista in Italia e tornare così a un calendario risalente alla scuola di 30 anni fa. Sarà infatti avviato nei prossimi giorni un tavolo di lavoro per la riprogrammazione dell’avvio dell’anno scolastico, già a partire dal 2018/2019, e sulla proposta dello slittamento al primo ottobre. L’iniziativa del consigliere regionale Gianni Stea è stata accolta positivamente dall’assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo e dal presidente della VI Commissione consiliare, Domenico Santorsola. Al «tavolo» saranno invitati i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati del personale docente e non docente e dei trasporti pubblici affinché si possa interagire anche sui cosiddetti «tempi delle città».
«Costringere gli studenti pugliesi e in generale italiani a sottostare ad un calendario scolastico che fissa l’apertura delle scuola mediamente nella seconda decade di settembre – spiega Stea – vuol dire condannarli ad estenuanti bagni di sudore in istituti per niente attrezzati a far fronte alle ondate di afa che sovente interessano soprattutto il Sud anche a fine estate, e per di più si accorcia notevolmente la stagione turistica in una regione, qual è la Puglia, dove lidi e stabilimenti balneari, grazie alle condizioni meteo solitamente favorevoli, potrebbero essere affollati almeno fino a fine settembre».
Da qui l’iniziativa di Stea che con un’interrogazione al presidente Michele Emiliano e all’assessore Leo ha chiesto e ottenuto un intervento immediato affinché «rimodulando il calendario si eviti da subito una situazione che crea disagi a studenti e personale docente e non e allo stesso tempo danneggia l’economia del turismo costretta a stagionalizzare sempre di più, accorciando di fatto i mesi di lavoro. Un calendario che, nelle intenzioni, potrebbe fare da apripista ad una rimodulazione a livello nazionale favorendo così il turismo in bassa stagione nel Sud Italia».

La Gazzetta del Mezzogiorno

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