L’orrore istriano si compie fra il 1943 e il 1947 con migliaia di persone gettate nelle foibe (voragini rocciose, spesso molto profonde, a forma di imbuto rovesciato ) o uccise dopo falsi processi dai comunisti del maresciallo Tito.
Molti morivano nei campi di concentramento comunistie, nel caso di militari, durante le marce di trasferimento. Molte esecuzioni si effettuavano nelle foibe ed i prigionieri, dopo torture di ogni genere, erano condotti sull’orlo delle voragini e legati l’uno all’altro da un filo di ferro stretto ai polsi con delle pinze. Infine, uno dei soldati sparava al membro in testa al gruppo dei condannati, che trascinava nella foiba il resto dei compagni, ancora vivi.
Il massacro delle foibe ha provocato un gran numero di vittime, tra le 10 e le 15mila persone e 350mila che furono costretti alla fuga dalle violenze comuniste, poiché avevano come unica colpa quella di essere italiani. Infatti era una vera e propria pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.
Il Genocidio venne ufficialmente riconosciuto solo nel 2004, con la legge numero 94 che istituì il giorno 10 febbraio la “Giornata del Ricordo”, in memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo delle comunità giuliano-dalmate e istriane.
Tra gli “infoibati” ci furono diversi viestani: Vincenzo Vescera, poliziotto in servizio a Trieste, catturato il 2 Maggio 1944 ed infoibato presso Basovizza, ai discendenti, su segnalazione del Comune di Vieste, venne riconosciuta la Medaglia alla Memoria del Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” del 2015; Francesco Cavaliere, poliziotto in servizio a Gorizia; Francesco Paolo Ascoli, anch’esso poliziotto; Giovanni Battista Chieffo, civile; ed altri due dei quali si conosce solo il cognome, Russo e Santoro.
Bisogna ricordare, con orgoglio, anche l’impegno umanitario del nostro Comune, poiché Vieste fu l’unica città italiana che si impegnò a fondare la nuova Pola sul proprio territorio (cedendo parte dello stesso) per poter accogliere gli esuli delle terre italiane di Istria, Giulia e Dalmazia. Infatti nella Delibera di Giunta Municipale nr. 70 del 18.04.1947, recante all’oggetto “Fondazione della nuova Città di Pola” vi è sancito <<… una nuova Pola deve essere creata, sullo stesso mare e sulla stessa sinuosità insidiose di identiche scogliere… Delibera… … a far sì che i fratelli polesi possano riaffacciarsi su quel loro mare da dove incomprensione ed ingiustizia li hanno cacciati… >>.
Si nota con dispiacere che, negli ultimi tempi, tale Giornata del Ricordo non venga celebrata nella nostra città con giuste iniziative sul tema. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale torni ad essere protagonista sul tema , coinvolgendo le comunità scolastiche e tutta la città.
E’ nostro obbligo morale ricordare i nostri morti e ricordare anche la generosità dei viestani e dell’Amministrazione comunale del 1947.
Matteo Parisi – FDI Vieste
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