Politica

Parco del Gargano: i sindaci sfiduciano Franco Tavaglione

 “Ci ha costretti a fare quel documento. Avrebbe dovuto decidersi già tempo fa”. Così il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, all’indomani del documento firmato da 11 sindaci su 18 della Comunità del Parco del Gargano contenente la richiesta di dimissioni dalla presidenza del sindaco di Peschici, Franco Tavaglione, e la nomina del successore. E’ datato 9 marzo, ieri. E il sospetto che possa essere legato al voto del 4 marzo, dove a Peschici ha vinto il centrodestra con quasi il 70% dei voti, a tutto svantaggio del centrosinistra di Piemontese e Di Gioia (fermi al 12%, 6,73% il Pd), è tesi politicamente sostenibile ed accreditata negli ambienti della Comunità. Tavaglione, d’altronde, è uomo della rete “civica”. E quel tonfo (che cela quantomeno un disimpegno del primo cittadino nelle urne, se non un più sfacciato gioco su più tavoli, tant’è che in paese si mormora di un suo appoggio alla Di Donna), avrebbe mandato su tutte le furie l’assessore dem Piemontese, che avrebbe chiesto anche a Di Gioia – che pure in campagna elettorale, insieme a Lia Azzarone, aveva partecipato a un’assemblea presieduta da Tavaglione – di accelerare il cambio al vertice, tanto più che la procedura avrebbe dovuto già compiersi.

Si legge infatti nel documento: “Riteniamo si debba immediatamente procedere all’elezione del nuovo presidente della Comunità del Parco. Un passaggio utile ad irrobustire la governance politica del Parco. Un passaggio di chiarezza rispetto a ciò che lo stesso attuale presidente e sindaco di Peschici aveva preannunciato impegnandosi a dimettersi dopo la nomina nel consiglio di amministrazione del GAL Gargano e rispetto a posizioni inutilmente divisive dal medesimo espresse”.

E ancora: “Sono trascorsi tre mesi dall’espressione del parere sul Piano del Parco da parte di noi sindaci della Comunità. Nel frattempo sono maturati indirizzi che sollecitano anzitutto le amministrazioni comunali a rendersi soggetti attivi degli obiettivi relativi ad ambiente, sostenibilità e green economy trasfusi nel cosiddetto Collegato Ambientale. La Puglia è lanciata a concretizzare gli obiettivi del Piano strategico del Turismo regionale e della programmazione turistica prevista per il biennio 2018-2019. Tutti elementi che, associati all’esaurirsi delle funzioni di piena rappresentanza dell’attuale Presidenza della comunità del Parco, impongono la ricerca di un rinnovato equilibrio di sintesi dell’articolato mosaico costituito dai 18 comuni del Parco nazionale del Gargano”.

Pertanto, “i sottoscritti sindaci dei comuni ricompresi chiedono la convocazione della Comunità del Parco con all’ordine del giorno le dimissioni del presidente in carica e l’elezione del nuovo presidente”.

Le firme, a piè di pagina, sono 11 e tutte di primi cittadini dem, civici o comunque vicini agli assessori regionali: Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis, Rocco Di Brina, sindaco di Carpino, Giuseppe Nobiletti, sindaco di Vieste, Claudio Costanzucci, sindaco di Cagnano Varano, Pasquale Tucci, sindaco di Lesina, Angelo Riccardi, sindaco di Manfredonia, Pierpaolo D’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo, Luigi Di Fiore, sindaco di Rignano Garganico, Carmine D’Anelli, sindaco di Rodi Garganico. C’è anche Costanzo Cascavilla, sindaco di San Giovanni Rotondo, che in questa ultima partita politica si è molto avvicinato al centrosinistra, e Antonio Potenza, sindaco di Apricena, centrodestra (almeno sul voto del 4 marzo) ma molto trasversale in certi frangenti.

“Francamente io so solo che questa faccenda andava avanti da tempo, mi è stato chiesto di firmare perchè Tavaglione ha cumulato diversi incarichi e non va bene” dichiara cauto D’Anelli, sindaco di Rodi, tra i sottoscrittori. “Nulla contro il sindaco di Peschici, dunque, ma sul principio concordo”.

“Tavaglione, oltre ad essere componente Anci, fu nominato qualche tempo fa alla vicepresidenza del Gal Gargano. In quell’occasione si convenne sulla necessità che ad un certo punto facesse un passo indietro. Non lo ha fatto, ci ha costretti ad intervenire con un documento” gli fa eco Merla. “Chi sarà il successore? Francamente non lo so – sostiene ancora Merla-. Ora convocheremo la Comunità del parco e decideremo”.

Al Parco, tra l’altro, come è noto, manca ancora una presidenza ed un presidente “non divisivo” è interlocutore necessario quando si tratterà di difendere gli equilibri politici cristallizzatisi sul territorio. La triade proposta un anno fa quasi, infatti, (l’uscente Pecorella, il benedetto da Emiliano, Maggiano, e l’ambientalista Vigilante) pare non sia più “attuale” di fronte al risultato politico nazionale e all’imminente governo non in continuità col precedente.

 “L’avvento della Repubblica 3.0 credo metta molto in forse quei nominativi” ammette Merla. Tra l’altro, i 5 stelle non hanno perso tempo a mettere i puntini sulle i: “Abbiamo vinto. Ci occuperemo anche di Parco e chiederemo a tutti i cittadini di presentare un loro curriculum per decidere in base al merito” ha dichiarato a spoglio ancora caldo la consigliera regionale Rosa Barone, avvertendo le altre forze politiche. “La rosa dei nomi già fatta? Possono mandare il curriculum anche loro” ha liquidato la pentastellata. E mentre sul Parco rischiano di abbattersi nuovi equilibri, la perfomance di Tavaglione avrebbe messo in forse il suo secondo mandato a sindaco, al quale pure ambisce. Nessuna certezza, al momento, sulla sua ricandidatura.

(Fonte: Foggia Today)

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