Contro le sentenze di primo grado sia l’Abruzzo, sia la Puglia, hanno presentato appello. La Puglia aveva tirato in ballo anche un progetto di ricerca sul monitoraggio e conservazione dei cetacei in Italia, e il principio di precauzione in base al quale non ci sono abbastanza elementi per dire se gli “air gun” sono rischiosi. Ma anche questo secondo tentativo si è rivelato inutile. “I motivi, – scrivono – i giudici, sono in parte infondati e in parte inammissibili.” Le trivelle, possono dunque riprendere le ricerche in mare.
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