Il senatore Massimo Cassano (FI): “Una follia chiudere il PPI di Vieste”
“Senza un puntuale e preventivo sviluppo delle medicina territoriale, chiudere 39 Punti di primo intervento in Puglia dove ci sarebbero meno di 6mila accessi l’anno, non solo è inutile, ma estremamente pericoloso nell’ambito dell’offerta di assistenza sanitaria ai cittadini”. E’ quanto sottolinea in una nota il sen. Massimo Cassano (Forza Italia).
“Tutto il capitolo della reale assistenza al malato deve restare il fulcro attorno al quale costruire l’azione di governo. Chiudere o accorpare non fa una grinza per una migliore razionalizzazione e distribuzione dei servizi, eliminando strutture che per numeri ed esperienza non hanno più motivo di esistere e che possono addirittura essere considerate pericolose in fase di assistenza. Ma quest’operazione al momento non basta a garantire la sacrosanta tutela della salute dei pugliesi e della migliaia di turisti che scelgono la nostra regione per soggiornare”.
Cassano accende i riflettori particolarmente su due Ppi “che sono lo specchio di come viene trattata, anzi maltrattata, la sanità in Puglia: Bitonto e Vieste. Se l’amministrazione Emiliano ha deciso di suicidarsi politicamente, libera di farlo, ma almeno non coinvolga i pugliesi truccando le carte in tavola. Bitonto infatti avrebbe un numero di accessi ben superiore ai 6mila e funge del resto da filtro per i pronto soccorso – già al collasso – degli ospedali baresi. Ancora, se possibile, più assurda è la situazione di Vieste, regina del turismo (più di 2 milioni di presenze nei mesi estivi), distante ore di macchina dagli ospedali più vicini, e per di più città in cui il Ppi, almeno a parole, doveva essere addirittura potenziato, come prometteva solo un anno fa Emiliano”.
Conclude Cassano: “Solo una decente distribuzione e una reale integrazione territoriale tra Punti di primo soccorso, di poliambulatori, di case della salute, di presidi del 118 possono fare la differenza tra le regioni più avanzate in tema di sanità e quelle più arretrate. Il resto fa parte di una politica fatta con il pallottoliere che se applicata alla sanità avrà conseguenze drammatiche”.
Ada Dolce
Press&ComunicazioneNews