La Provvidenza, attraverso le sue vie misteriose, mi ha portato ad essere vicino al Papa san Giovanni Paolo II, che ho servito con lealtà ed umiltà nella Congregazione per i Vescovi; mi ha condotto ad essere unito in modo particolare al Collegio Cardinalizio, nel mio ufficio di Archivista e di Sostituto della Segreteria, conoscendo da vicino anche colui che del Papa santo sarebbe stato il successore sul soglio di Pietro, il grande ed umile Papa Benedetto XVI.
Quanta inaspettata grazia, quanti doni immeritati sono usciti dalla mano del Signore per me.
Mai avrei pensato che quel bambino di Altamura che voleva diventare prete avrebbe poi gioito di tanta straordinaria ecclesialità. Voglio esprimere con sincerità a tutti che sempre mi sono sentito piccolo mentre percepivo di servire il cuore della Chiesa, e che l’ho amata più di me stesso. E quando attraverso di essa Dio mi ha chiamato a diventare Vescovo, di Oria prima ed ora di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, ho accettato di prendere il mio bastone di pellegrino e di partire proprio per continuare a dire il mio grazie a Colei che ho sempre sentito madre e maestra. Oggi lo faccio illuminato ed ispirato dal magistero di Papa Francesco, maestro per me di evangelico ardore. Tornato nella mia terra dopo aver vissuto tanti anni nella Città Eterna, il Signore mi ha fatto gusta re quanto il volto della Chiesa sia bello sempre, e quando si rivela nei tratti di quello dei suoi grandi Pastori, e quando esso riluce in quello dei suoi figli più piccoli.
La stessa luce che brillava negli occhi dei Sommi Pontefici l’ho ritrovata nello sguardo dei bambini nelle parrocchie che ho visitato, degli ammalati che a san Giovanni Rotondo hanno trovato cura e speranza, dei tanti fratelli e sorelle che il ministero episcopale mi fa incontrare, ascoltare, accompagnare. Sì, davvero la Chiesa è bella, davvero in essa assaporo già che cosa sarà la vita eterna, che chiedo al Signore per me malgrado i miei peccati e le mie mancanze.
Di essi chiedo perdono, a Dio e a tutti coloro ai quali posso aver fatto del male, soprattutto con le mie omissioni, che mi hanno impedito di compiere tutto il bene che invece avrei potuto e dovuto realizzare. Da parte mia non voglio lasciare questa vita terrena portando rancore a nessuno, e davvero posso dire di non provarne per alcuno. So bene che la fragilità e la povertà della nostra condizione creaturale ci porta nei rapporti tra di noi a non essere sempre capaci di amore e di rispetto, so di essere rimasto anche io condizionato da questa limitatezza, e perciò chiedo a tutti il dono della misericordia fraterna, che volentieri da parte mia a tutti offro. Anche questa misericordia offerta e ricevuta tra fratelli esprime la bellezza della Chiesa, ne è forse la parte migliore.
Continuo il mio cammino in nomine Jesu, finché Egli vorrà, pronto a servire i miei fratelli sulla terra, ma anche a far fiorire questo servizio in una lode eterna al cospetto di Dio. Il Nome benedetto di Gesù mi accompagna e mi custodisce nei giorni del mio pellegrinaggio terreno, è stato ed è ogni giorno la mia ispirazione e la mia gioia nel servizio pastorale, guidato dallo Spirito Santo. Lo stesso Nome di Gesù vorrei che fosse il motivo della mia lode nell’eternità del Paradiso, che con il cuore contrito ed umiliato invoco dal Padre, per intercessione della beata vergine Maria, madre della Chiesa, e dei Santi Barsanofio, Michele arcangelo, Lorenzo Maiorano e Pio da Pietrelcina. Amen! Alleluja!”
Manfredonia, 2 aprile 2018
+ Michele Castoro
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