Non sono bastati oltre 1200 metri di dislivello per poter dire di aver portato a casa la Mediofondo del Gargano. La settima tappa dell’Iron Bike, disputatasi domenica scorsa a Vieste con la regia organizzativa del team Eurobike, ha riservato una sorpresa per caricare a palla l’adrenalina dei 250 partenti anche dopo aver esaurito tutti i metri di discesa disponibile. Si tratta, naturalmente, dell’arrivo sulla spiaggia, in fronte al cristallino mare adriatico, con gli ultimi 300 metri sulla sabbia. Un unicum in Italia per le gare di mountain bike, simbolo stesso dell’appuntamento garganico giunto alla quinta edizione, ma elemento sempre nuovo per tutti i ciclisti. Difficile da interpretare, ha costretto molti a una lunga corsa a piedi, mentre il folto pubblico presente (tanti i curiosi e gli stranieri in vacanza, specialmente tedeschi) osannava coloro che riuscivano a percorrere il tratto in sella alla bici. Prima, ovviamente, del meritato tutto in acqua collettivo (anche con le divise da gara). Tra i partenti anche partecipanti giunti dal Veneto, dl Friuli, dalla Toscana, dalle Marche e dall’Abruzzo.
UNA FESTA DELLO SPORT – È tutto andato come si sperava, dunque, per la Mediofondo del Gargano di Vieste, un’edizione speciale che ha visto la partenza dal centro storico, in località Marina Piccola, il transito ad andatura turistica sotto il Pizzomunno e l’arrivo sulla spiaggia dell’Hotel I Melograni – Villagio Baia degli Aranci, special host dell’evento, sede della logistica. 51 km, (di cui 46 agonistici), dal mare alla Foresta Umbra, transitando sul punto più alto di Monte Iacotenente per poi fiondarsi in una lunghissima, veloce quanto tecnica picchiata verso il mare Adriatico. Questo in estrema sintesi il percorso della gara, che si è rivelata più una festa dello sport che un mero evento agonistico, grazie anche alla sicurezza garantita con la sinergia con la protezione civile di Vieste, il Moto club del Gargano e la Polizia Locale e i punti di assistenza medica avanzata, fissa e mobile, allestiti sul percorso. A coronare la festa, oltre il clima decisamente estivo e il mare calmo, il ricco pasta party allestito dal team Eurobike e dagli chef dell’Hotel I Melograni, composto di pasta al forno, salsiccia con patate, ciliegie e pane. Unica nota amara un numero di iscritti alla gara ancora non all’altezza dell’evento, un’evenienza che darà non pochi grattacapi agli organizzatori per ricercare la soluzione migliore per gli anni a venire. Probabilmente ha negativamente inciso la contemporanea presenza di altre gare rinomate.
SINERGIA – Se a Vieste la Mediofondo del Gargano è riuscita molto si deve alla stretta sinergia che ha sorretto il dietro le quinte. A partire dallo start in centro, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale e dall’assessore allo sport Dario Carlino, al fine di tradurre nei fatti l’idea di Vieste come “stadio naturale a cielo aperto“. Numerosa è stata infatti la partecipazione di pubblico alla partenza nelle vie del centro storico, così come diligente può dirsi la collaborazione della cittadinanza, che al disagio causato dal blocco temporaneo del traffico ha risposto con scosci di applausi al transito degli atleti. Per l’amministrazione, che da due anni supporta la manifestazione, si è trattato del metodo più efficace per portare la cultura della mountainbike sin nel cuore del paese (e dei turisti).
Ma fondamentale, per la buon riuscita di una gara, è anche la sicurezza sul percorso. Eccellente l’opera prestata dagli agenti e dai dirigenti della Polizia Locale di Vieste, che unendo le doti di capillare conoscenza del territorio e di coordinamento, derivanti da esperienze ben più gravose, hanno presidiato gli incroci più critici del percorso, dando le opportune disposizioni a tutti i volontari durante la riunione tecnica. In questo modo si è ottimizzato il servizio offerto dall’associazione di protezione civile di Vieste “Pegaso” e dal moto club del Gargano, gruppi logisticamente ben organizzati che hanno scongiurato ogni rischio e sono valsi da supporto per il soccorso medico anche nelle zone più impervie e meno raggiungibili della Foresta Umbra. Ha davvero ragione il vecchio andante popolare: l’unione fa la forza.
Roberto Ferrante
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