Le salme dei due poveri giovani sono custodite, dal giorno dopo la disgrazia, nell’obitorio di Vieste, in apposite celle frigorifere, così come disposto dall’autorità giudiziaria che, in attesa della identificazione, avava ritenuto opportune smistare le salme in quei cimiteri della zona dotati di celle frigorifere.
Vieste, dunque, anche se indirettamente, viene coinvolta nell’immane sciagura che ha visto morire, in modo così tragico, dodici giovani costretti a lavorare in condizioni disumane e con pochi soldi quale salario giornaliero.
I due giovani fatti giungere a Vieste, come gli altri dieci, erano regolari sul territorio italiano e in possesso di permesso di soggiorno. Speravano, lavorando sodo per oltre 12 ore al giorno, di potersi costruire un futuro migliore. Ma così non è stato.
La presenza delle due salme a Vieste, ha spinto la chiesa locale a dedicare loro, come anche agli altri dieci, un momento di particolare preghiera.
Per questo motivo, domani sera, 12 agosto, la messa delle ore 19 in cattedrale sarà celebrata da mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo emerito di Lecce, in suffragio di tutte le vittime dell’emigrazione.
La cittadinanza è invitata a partecipare numerosa.
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