“Caro Maurizio Ursi, condividiamo il tuo comunicato in ogni singola parola tanto da “copiarti” parte del titolo. Il primo cittadino finalmente è uscito allo scoperto ammettendo di non aver governato in questi due anni ma “di aver passato i primi due anni a coprire i debiti di Forza Italia”.
Amministrare la nostra meravigliosa Vieste non è semplice, ma riportarla alla legalità e nell’Italia, come egli proclama non vuol dire applicare divieti cervellotici e autolesionistici (vedi l’assurdo guazzabuglio delle normative legate all’accesso al centro storico!); o prendere iniziative velleitarie e non a adeguate alle specificità di Vieste: non siamo a Milano o a Roma o a Bologna, ci si deve sempre calare razionalmente nella realtà che si vive e, in questo caso, a maggior ragione, se questa realtà è quella che si vuole provare a governare. D’altra parte, non abbiamo bisogno di opportunistiche (e populiste….) lezioni di geografia: Vieste è Italia, Vieste fa e farà sempre parte dell’Italia, nonostante tutto e, soprattutto, tutti, ed è amata proprio perché da sempre è sinonimo, oltre che di meraviglie naturalistiche straordinarie che l’hanno resa unica, di calda e generosa accoglienza, paladina di tolleranza e solidarietà, sempre pronta a cogliere gli stimoli e le istanze di un’umanità in continuo divenire, attenta a soddisfare nel modo che è proprio caratteristico della nostra gente, le esigenze di tutti, residenti e turisti, coniugando perfettamente la tradizione con l’innovazione: insomma, Vieste!
Mi rivolgo direttamente a lei, egregio primo cittadino, se mi concede di distoglierla per qualche secondo dall’oneroso e improbo compito di risanare i “debiti” causati dalla precedente amministrazione (che, ça va sans dire, si comportò nella medesima maniera nei confronti dei predecessori, e così via, nella notte dei tempi!): il tempo degli esperimenti da piccolo chimico è scaduto, la “formula” non è riuscita, la “miscela” è risultata esplosiva, anzi, per meglio dire, implosiva, e i danni sono evidenti, per tutti, per i cittadini viestani e per i nostri amati turisti, da cui dipende tutta l’economia di Vieste. Sbagliare è umano, perseverare, se non diabolico, non mi spingo a tanto, è quanto meno autolesionistico e, me lo conceda, giusto un pizzico, presuntuoso. Meglio allora rimboccarsi le maniche e ripartire dal “Via”: il percorso è lungo e tortuoso ma qui non stiamo giocando al gioco dell’Oca, né a Monopoli, non lanciamo dadi ma scegliamo la strada che vogliamo fare; non siamo costretti a prendere le carte degli “imprevisti” o delle “probabilità”, ma possiamo mettere in campo progettualità e senso del bene comune; e se si sbaglia ancora, perché può succedere, pur con tutte le buone intenzioni, non si va direttamente al “Carcere”, giusto per continuare le metafore, ma si ricomincia, di nuovo con il buon senso e la razionalità, con l’umiltà e la giusta perseveranza.
Nel dettaglio, perché la politica, alla fine, è concretezza, fatti, numeri, questi sono, in ordine sparsi ma tutti fondamentali, i punti, a nostro modesto avviso, più spinosi, i nodi più aggrovigliati da sciogliere: il Punto di Primo Intervento, l’illuminazione del lungomare Mattei, le rotatorie, le tante fogne a cielo aperto, la pulizia delle strade, il porto turistico, l’arredo urbano in disfacimento e inadeguato, il piano delle coste, l’accoglienza turistica, la cantierizzazione del progetto Io gioco legale, il piano regolatore del porto turistico e l’istituzione di un ufficio di piano”.
Giuseppina Falcone – Commissario Udc Vieste
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