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“La Via per San Michele”, pellegrinaggio a piedi Vieste – Monte Sant’Angelo del 28, 29 e 30 settembre

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“La Via per San Michele” giunge quest’anno alla sua seconda edizione e permette a chi lo desiderasse di percorrere totalmente a piedi gli 88 km che da Vieste portano a Monte Sant’Angelo sino all’ingresso della Reale Basilica di San Michele Arcangelo con ritorno a Vieste per la messa di ringraziamento del 30 settembre che si tiene in Cattedrale.

Ai partecipanti, come dono per l’impegno e la dedizione profusi, verrà donato il fazzoletto del pellegrino e un attestato di partecipazione, simboli che testimoniano la devozione nei confronti di San Michele Arcangelo.

Il percorso non si presenta particolarmente complesso, ma è certamente riservato agli amanti della natura e alle lunghe passeggiate all’aria aperta che cercano esperienze autentiche, con le quali scoprire e conoscere nuovi territori e culture diverse. Si tratta comunque di un cammino di oltre 80 chilometri, e un dislivello massimo di 800 metri e richiede una preparazione psicofisica adeguata..

Un fenomeno di religiosità popolare, quello del viaggio verso i luoghi-chiave della Cristianità, che ha coinvolto nei secoli migliaia di pellegrini.

Nel Medioevo, i grandi itinerari della fede si snodavano lungo le rotte dei mari o i sentieri d’Oriente per raggiungere la Terrasanta, verso le strade per Roma, e lungo il “camino de Santiago” di Compostela, ma anche lungo la “Via Sacra Langobardorum” che univa direttamente Benevento a Monte Sant’Angelo, ma ben presto collegò l’Europa occidentale con la Terra Santa, tramite i porti di Brindisi e Otranto.

Un itinerario fondamentale per l’organizzazione viaria e marittima, per la fondazione di chiese, monasteri e mercati, ma soprattutto per la creazione di una comune cultura europea.

La denominazione dell’itinerario al Monte Gargano è legata alla presenza dei Longobardi, che fecero del santuario dell’Arcangelo il loro santuario nazionale e diffusero il culto micaelico in tutta Europa. Un culto che resiste dal Medioevo e si rinnova da oltre 1500 anni. Secondo la tradizione, l’Arcangelo apparve nel 490 a Monte Sant’Angelo, stabilendo colà la sua dimora. Il santuario, soprattutto durante il periodo delle Crociate, divenne la tappa obbligata per il passaggio in Terra Santa, sostegno ideale nella crociata contro i Turchi. Il Gargano divenne così uno dei luoghi di culto e pellegrinaggio più frequentati del Medioevo. Papi, Imperatori e Cavalieri percorsero le impervie contrade della Sacra altura, incamminandosi d’inverno, a piedi scalzi, lungo i suoi tornanti, per chiedere all’Arcangelo la remissione dei propri peccati.

Il pellegrinaggio era considerato “il cammino verso la salvezza”. Fra i pellegrini vi erano ricchi e poveri, sani e infermi, santi e peccatori, tutti accomunati da uno stesso sentimento: riacquistare la fede perduta e con essa la salvezza eterna. Si narra che San Francesco, non ritenendosi degno di entrare al cospetto del Principe delle Celesti Milizie, si fermasse a pregare dinanzi all’entrata della grotta.

Il pellegrinaggio, dalla fine dell’800, assunse una vera dimensione di massa: gruppi di devoti partivano da tutta Italia per raggiungere Monte Sant’Angelo, a piedi o a bordo di caratteristici carretti. Giovanni Tancredi, nel 1938, descrisse così le compagnie di Sammichelari che salivano gli impervi tornanti del Monte Gargano: “Chi vuol avere la sensazione della vera fede, venga quassù ed osservi le strade carrozzabili, gli impervi sentieri, le coste dei monti dove giovani e vecchi, uomini e donne con grossi involti sul capo, con le scarpe e le uose in mano, sgranando il rosario, salgono in lunghe file serpeggianti, oppure dispersi per le diverse scorciatoie come branchi di pecore pascenti, cantando interminabili litanie” .

Per adesioni o ulteriori informazioni: 3451450552 (Valentino)

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