L’uomo – vicino al clan Romito di Manfredonia, cui era legato da vincoli di parentela (era il cugino di Franco e Mario Luciano Romito) – aveva precedenti per rapina e droga. Secondo quanto accertato dagli inqurenti, Gentile aveva appena parcheggiato la sua autovettura e stava entrando in casa quando i sicari hanno aperto il fuoco. Esplosi alcuni colpi di fucile calibro 12: i carabinieri, incaricati delle indagini del caso, hanno repertato tre cartucce sull’asfalto; l’autopsia dirà quanti colpi sono andati a segno, per lo più al torace, come emerso dalla prima ispezione cadaverica effettuata dal medico legale, giunto sul posto insieme al pm della DDA di Bari, Ettore Cardinali.
Nel corso della notte, gli inquirenti hanno effettuato 6 stub (l’esame che rivela la presenza di polvere da sparo su pelle e indumenti) e una dozzina di perquisizioni nei confronti di pregiudicati del posto. Acquisite anche le immagini delle telecamere presenti in zona e ascoltati amici e parenti della vittima. Non si esclude, che l’omicidio di Gentile possa essere una “risposta” del clan Li Bergolis, egemone su Monte Sant’Angelo, e che il fatto di sangue vada quindi inserito nella guerra tra clan della mafia garganica.
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