Non si tratta di un’idea particolarmente originale. Anzi sembra proprio essere una copia (meno coraggiosa) di un’analoga iniziativa avviata dieci anni fa dal Portogallo con risultati molto interessanti. Il paese lusitano ha infatti offerto, a chi si trasferisce lì, un’esenzione fiscale completa per la durata di dieci anni. In questo modo ha attratto in pochi anni 80 mila pensionati. E tra questi, 5 mila italiani. E non c’è solo il Portogallo: la competizione fiscale per attrarre ricchi stranieri è piuttosto affollata. La Bulgaria per esempio offre l’esenzione totale, così pure il Sudafrica, Cipro un’aliquota del 5%, la Romania del 10%. E bisogna considerare che tutti questi paesi hanno un costo della vita molto inferiore a quello italiano: in Portogallo è più basso del 26%, in Sudafrica del 35%, a Cipro del 24%, in Romania addirittura del 43%.
Tuttavia la variabile fiscale e quella legata al costo della vita, soprattutto a una certa età, non sono certamente le uniche che vengono prese in considerazione. Altrettanto importanti sono per esempio il clima, le bellezze naturali e artistiche, l’accoglienza da parte dei residenti, la disponibilità di cure mediche, la sicurezza. Resta il fatto che, da qualche anno, si stanno costituendo in diverse località del globo comunità di connazionali in pensione che cercano di mettere a profitto tutti questi fattori. Ci sono addirittura agenzie specializzate nel supportare chi ha deciso di trasferirsi all’estero
La detassazione introdotta in Italia deve confrontarsi quindi con concorrenti agguerriti. Ma se è vero che il trattamento concesso dal fisco italiano non è il più conveniente in assoluto è anche vero che il Belpaese dispone di attrattive uniche al mondo, tanto da poterlo collocare, in molti casi, in cima alla lista dei desideri dei ricchi cinesi, russi, americani o tedeschi. Perciò non è escluso che nel giro di qualche anno misure come questa riescano a rivitalizzare borghi del Sud altrimenti destinati allo spopolamento. Ci vorrà del tempo: anche lo sconto fiscale concesso dal Portogallo ha dato i suoi frutti solo a distanza di qualche anno. Tuttavia una misura analoga, come quella del cosiddetto rientro dei cervelli, ha già prodotto risultati interessanti: la norma che si proponeva di agevolare il rientro dei lavoratori di alto profilo grazie alla detassazione del 70% dei redditi prodotti in Italia è stata utilizzata nel 2017 (quando lo sconto fiscale era inferiore) da 3.700 persone, per un ammontare medio lordo di 126 mila euro di reddito.
Sarebbe un bel paradosso se una disposizione, fortemente voluta da un senatore leghista eletto in Abruzzo, riuscisse a rivitalizzare il tessuto economico del Sud più di quanto fatto negli ultimi 50 anni dalle tante casse per il Mezzogiorno.
Autore: Marino Longoni mlongoni@class.it – (fonte: ItaliaOggi)
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