VIESTE – Il regista Nicolò Bongiorno con il film “I leoni di Lissa” vince il primo Vieste Archeofilm
Il Premio ‘Vieste Archeofilm’, alla sua prima e riuscitissima edizione, è stato assegnato al docu-film di Nicolò Bongiorno ‘I leoni di Lissa’, sulla riscoperta del relitto della nave ammiraglia italiana sconfitta e affondata dalla flotta austriaca nella battaglia navale del 1866 simbolo della marineria moderna. Premio assegnato direttamente dal pubblico, in qualità di giuria popolare, durante la tre giorni svoltasi nel “fossato” del Castello Svevo-angioino, e organizzata dalla prestigiosa rivista “Archeologia Viva” (Giunti Editore), in collaborazione e con il supporto del Comune di Vieste – Assessorato alla Cultura.
“Dedico questo premio a tutti gli amanti del mare” – ha commentato commosso il regista durante la premiazione per mano del sindaco, Giuseppe Nobiletti, e agli assessori alla Cultura, Graziamaria Starace, e al Turismo, Rossella Falcone. “Molto devo a mio papà, Mike – ha aggiunto – che per primo mi ha trasmesso la passione per il mare. Quest’opera è stata per me un viaggio, anche interiore, nello spazio e nel tempo – ha ancora detto Nicolò Bongiorno – Dedico, inoltre, questa mia vittoria al grande archeologo subacqueo Sebastiano Tusa, tragicamente scomparso”.
Da noi intervistato, Nicolò Bongiorno si è detto “felicemente sorpreso dalla bellezza di Vieste. Non la conoscevo, anche se sapevo che mio padre c’è stato diverse volte. E’ un luogo bellissimo, che tra l’altro si accomuna con l’isola di Lissa (oggi chiamata Vis) perché vi erano scambi commerciali, e non solo, tra Vieste e l’isola Croata. Questo mi rende ancora più felice di essere qui e ringrazio tutti per l’ospitalità che mi è stata riservata. Certamente ritornerò a Vieste – ha aggiunto Bongiorno – magari per un film da realizzare proprio qui, visto che ho appresso delle tante testimonianze storiche che possiede Vieste. Mi ha affascinato molto la storia della grotta del faro, antico tempio dedicato alla Venere Sosandra (che, tra l’altro, è il tutolo del premio a lui attribuito, rappresentato da una singolare scultura, opera di Raffaele Gentile, ndc) e che vorrei approfondire. Penso che – ha concluso il regista – dare al vostro turismo anche un taglio culturale sia stata un’ottima scelta e di questo bisogna elogiare la vostra amministrazione comunale”.
Oltre a essere il figlio di Mike, Nicolò Bongiorno è anche un regista con tantissimi lavori alle spalle. All’ètà di 18 anni ha debuttato con l’allestimento dello spettacolo teatrale Godot’s bop, ispirata ad Aspettando Godot di Samuel Beckett. Fin da giovanissimo, però, Nicolò è sempre stato un grande appassionato di cinema tanto da decidere di studiare presso la New School University di New York.
Nel 1995 esplode la carriera cinematografica di Nicolò, figlio di Mike Bongiorno che ha avuto modo di lavorare con uno dei mostri sacri del cinema mondiale, Woody Allen nella produzione del film La dea dell’amore. Prima di cimentarsi con la macchina da presa si è dedicato anche alla cura della fotografia di alcuni documentari per poi passare al ruolo di assistente di regia per la pellicola cinematografica La sindrome di Stendhal. L’esordio dietro la macchina da presa arriva per Nicolò solo nel 1997 con il cortometraggio Windows, da lì grazie anche alla casa di produzione di famiglia, la Bongiorno Productions lavora ad altri progetti come Gli occhi dell’amore e Rocco un film pensato per la televisione. Sempre in questo periodo decide di fondare una sua casa di produzione, la Buendia Film. Uno dei suoi più magistrali lavori è stato il documentario Esodo, realizzato con la collaborazione della VeniceFilm e con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Per diverso tempo è stato l’assistente di Woody Allen, Dario Argento e Wim Wenders La sua madrina di battesimo fu Giuletta Masina, la moglie di Federico Fellini Nel 2008 Nicolò Bongiorno si è sposato e ha anche tre figli.