Come detto, il fatto è accaduto nel pomeriggio di ieri. Secondo quanto si è potuto apprendere (le indagini sono condotte dalla Guardia costiera del locale Circondario marittimo) pare che il catamarano, contravvenendo a quanto previsto da apposita ordinanza (riportata anche sulle carte nautiche), ha attraversato il canale, largo sessanta metri circa, che separa la terra ferma (punta di Santa Croce), dall’isolotto di santa Eufemia, ignaro del fatto che sul quel tratto di mare sono collegati due cavi elettrici aerei che alimentano il faro. Così è successo che l’albero maestro del catamarano, alto più di 10 metri, ha toccato i due fili elettrici, tranciandoli e facendoli precipitare, parte in mare e parte sulle rocce. Per fortuna, al momento della collisione è scattato il dispositivo di sicurezza che ha immediatamente disalimentato i cavi, evitando la pericolosa dispersione di corrente in acqua.
La coppia di fili elettrici, come detto, è finita in parte sulle rocce, dove per fortuna da poco erano andati via diversi bagnanti che solitamente frequentano quella bellissima parte della scogliera viestana, investendo alcune auto in sosta nel parcheggio di un vicino residence, procurando lievi danni.
Sul posto sono intervenuti subito uomini della guardia costiera, con il comandante Giuseppe Zaccaro, carabinieri, polizia locale e personale della protezione civile “Pegaso”, per mettere in sicurezza il lungomare Cristoforo Colombo, che costeggia la zona, e interdire il traffico. Sono giunti anche tecnici dell’Enel, a cui ora spetterà il compito di ripristinare l’alimentazione del faro, lavoro non semplice e che richiederà alcuni giorni (nel frattempo funzionerà un fanale di emergenza).
La guardia costiera, come accennato, ha aperto una inchiesta informando della circostanza la magistratura.
Non è la prima volta, purtroppo, che i cavi elettrici vengono tranciati. Diversi anni fa, addirittura, fu un aereo militare a finirci contro mentre sorvolava la zona a bassissima quota.
Sarebbe davvero il caso di rivedere questa situazione. A parte l’antiesteticità in una zona di pregio ambientale, quei due cavi sono davvero pericolosi. Qualche anno fa, il Parco del Gargano aveva predisposto un progetto per l’attraversamento sottomarino. Ma poi, non si sa perché, non se ne fece più nulla. Sarebbe proprio il caso di riprendere quella idea e realizzarla.
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