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VIESTE – Ritrovato sano e salvo, ma in stato confusionale, il giovane paziente della Turati

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Una “gara” di solidarietà tra forze dell’ordine, protezione civile, volontari e semplici cittadini, ha consentito il ritrovamento, nella tarda serata di ieri, del giovane Vincenzo Pergolese, originario di Manfredonia, allontanatosi poco dopo mezzogiorno, dalla Residenza socio-sanitaria della Fondazione Filippo Turati di Vieste, ubicata in località “Macchia di Mauro”.
Il giovane, dopo estenuanti ricerche, è stato ritrovato, sano e salvo anche se in stato confusionale e con principio di ipotermia, in località “Masuliane”, ad un paio di chilometri dalla Fondazione Turati, in aperta campagna e in una zona inaccessibile ai mezzi di sanitari. A ritrovarlo, una squadra del Gruppo “Giacche Verdi del Gargano”, della sezione di Vieste, composta dai volontari Antonio Desimio e Alessio Granatieri. Sono stati loro che, transitando in quella zona con la jeep in dotazione, hanno ascoltato le invocazioni d’aiuto da parte del giovane, steso per terra tra gli alberi d’ulivo.
Immediatamente é stato dato l’allarme agli altri soccorritori (carabinieri forestali, carabinieri della Tenenza, polizia locale, Gruppo Pegaso, Motoclub Gargano) e fatta giungere nelle immediate vicinanza (in quanto il luogo del ritrovamento, come accennato, era inaccessibile ai mezzi) un’ambulanza del 118. Il giovane, subito avvolto in coperte termiche, è stato dapprima caricato su di un veicolo 4×4 dell’associazione Giacche Verdi, e poi trasferito nell’ambulanza dove i sanitari hanno prestato le prime cure al malcapitato, successivamente trasferito in ospedale.
Da evidenziare, come si diceva prima, l’imponente azione di soccorso messa in atto dalle forze dell’ordine e da tutti i nostri volontari. Una esemplare dimostrazione del gran cuore dei viestani che, di fronte ad eventi del genere, non si risparmiano e sono sempre pronti a dare il massimo delle proprie capacità.
Un componente del Gruppo Giacche Verdi ha commentato: “Se non lo avessimo trovato in tempo, il ragazzo, visto lo stato in cui versava, non avrebbe passato la notte perché indossava pantofole e una tuta molto leggera. Considerate le basse temperature, il rischio valutato dai medici di ipotermia era certo”.
Un plauso a tutti.

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