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Quattro misure cautelari per militari della guardia costiera di Manfredonia e Vieste, falso ideologico e peculato

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Le carte risultavano in regola, nonostante le imbarcazioni interessate non fossero state sottoposte ad alcun tipo di controllo. Così la Capitaneria di Porto di Manfredonia si è trasformata in una “fabbrica di bollini blu”, come definito dai magistrati.

Per questo motivo, a 27 uomini della Guardia Costiera sipontina viene contestato – all’esito una complessa indagine interna della Capitaneria di Porto, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia – il reato di falso ideologico. Per il fatto, quattro persone – tre della Capitaneria di Manfredonia, uno di quella di Vieste – sono risultate destinatarie di misura cautelare (due marescialli sono agli arresti domiciliari, altri due militari sono stati sospesi dal servizio per 12 mesi), mentre altri 23 (di cui 9 civili) sono indagati senza interdizioni.

Tredici i casi accertati: si tratta di imbarcazioni che avevano ricevuto il ‘bollino blu’ (che attesta la regolarità dei natanti e delle relative dotazioni di sicurezza) senza essere state sottoposte a nessun tipo di controllo. Nel corso delle indagini, scoperto anche un medico accusato di aver rilasciato un falso certificato sanitario per consentire la partecipazione al concorso in Marina e un episodio di abuso di ufficio per un militare che aveva fatto spostare una imbarcazione di servizio dal porto di Vieste per ‘lasciare il posto’ alla barca di un amico.

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