La Podolica, presidio riconosciuto da Slow Food, è una razza bovina storicamente allevata sul promontorio del Gargano la cui sopravvivenza, negli ultimi decenni, è stata messa a dura prova dalla concorrenza di altre razze bovine meno frugali ma più produttive e remunerative.Di qui la scelta dell’Ente Parco di dotarsi già da qualche tempodi un apposito “Regolamento per la salvaguardia della biodiversità e la conservazione di risorse genetiche” che, in presenza di risorse economiche utilizzabili, prevede l’erogazione di contributi finalizzati ad indennizzare gli allevatori di bovini podolici dei mancati redditi che gli stessi percepiscono allevando bovini della razza podolica pugliese. A tale scopo ha previsto la somma di 100mila euro, di cui 80mila per l’erogazione di contributi agli allevatori per il mantenimento in purezza di tale razza e 20mila da assegnare per l’acquisto di riproduttori certificati della razza podolica.
“In occasione di alcuni incontri svolti nei mesi scorsi con alcune delle principali rappresentanze territoriali degli allevatori – dichiara il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Pasquale Pazienza – mi sono impegnato a dar continuità a una politica d’intervento dell’Ente che dedica un’attenzione particolare a una categoria di operatori costretta ad affrontareogni giorno non poche difficoltà, soprattutto in questo momento storico. Abbiamo sbloccato l’erogazione di60.500 euro distribuiti tra 22 aziende zootecniche dei diversi comuni del Gargano attribuendo, come da regolamento, un contributo di 100 euro per ogni capo adulto allevato in selezione (certificato dall’Associazione Provinciale Allevatori) per un massimo di 5mila euro ad azienda. Nei prossimi giorni, a completamento della fase istruttoria, l’erogazione dei contributi interesserà le altre aziende che hanno fatto richiesta per una spesa di ulteriori 20mila euro. L’Ente, subito dopo, provvederà alla pubblicazione di un avviso pubblico, sempre rivolto agli allevatori di bovini podolici, per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di riproduttori maschi (tori) in possesso di certificato genealogico. Intendiamo con ciò affermare un primo passo sul percorso della tutela e della valorizzazione della zootecnia locale e delle produzioni tipiche artigianali ad essa associate, che per noi rappresentano un know-how locale di primaria importanza e che vorremmo migliorare adeguatamente per incrementare le opportunità di reddito degli operatori del comparto e assicurare una sempre maggiore qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole”.
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