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Messaggio dell’arcivescovo Moscone per la domenica della Misericordia (19 aprile)

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Carissimi Fratelli e Sorelle,
celebriamo oggi la domenica della Misericordia che ci rinnova l’annuncio della Pasqua colorandolo dell’amore misericordioso del Signore Gesù Crocifisso e Risorto.
Desidero, in questa domenica tutta particolare, far giungere il grazie della Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo a tutti per l’impegno che viene profuso in questi giorni difficili e tragici della pandemia da coronavirus.
Mi permetto di ringraziare citando secondo categorie diverse e sperando di giungere a tutti.
Grazie:
– ai Medici, Infermieri, Operatori sanitari, Amministratori dei vari presidi ospedalieri e strutture sanitarie e Farmacisti;
– ai Responsabili e Amministratori della cosa pubblica;
– alle Forze dell’ordine e Militari di ogni grado;
– ai Lavoratori dei diversi servizi e professioni che garantiscono lo svolgimento della corretta e ordinata vita civile e sociale;
– ai Sacerdoti, Religiosi e Religiose che mantengono viva loro vocazione di servizio al popolo;
– ai Responsabili e Collaboratori volontari della Caritas diocesana e parrocchiali, e di altre Associazioni caritative;
– ai Membri delle Associazioni di volontariato ed Organismi socio-assistenziali;
– agli appartenenti alla Protezione civile ed alle Pro loco;
– agli Operatori della comunicazione sociale, che si fa voce e sentimento di compassione;
– a tutto il Popolo che si mantiene fedele all’osservanza delle regole che sono state imposte per sconfiggere il virus.
Che il grazie arrivi a tutti, soprattutto a coloro che col proprio silenzio e nascondimento fanno traboccare queste giornate, sconvolgenti e tragiche, di esemplare umanità, dedizione e altruismo e che non hanno trovato posto negli impegni a vario titolo qui indicati. So che i credenti soffrono per l’impossibilità a partecipare all’Eucaristia e ricevere la comunione. Desidero dire loro che il significato della parola Eucaristia è proprio grazie, ringraziamento!
Vorrei allora assicurarli che se vivono questi giorni con sentimenti di ringraziamento verso le persone impegnate nella lotta alla pandemia, e se con senso di gratitudine compiono la loro parte di responsabilità, allora in qualche modo stanno partecipando all’Eucaristia che tanto desiderano e di cui sentono il bisogno.
A tutti, credenti e non credenti, ricordo che il termine Misericordia contiene la parola cuore, e si riferisce ad un cuore capace di dilatarsi smisuratamente, di aprirsi all’esterno con generosità, generando vita in tutte le relazioni personali, comunitarie e sociali.
Invito tutti a mantenere un cuore aperto al prossimo (familiari e persone del vicinato) ed alla società intera: sarà così un tempo non solo per debellare il coronavirus, ma anche per riscoprire la bellezza della vita in famiglia e la solidarietà e legalità dei rapporti nella società civile.
Posso assicurare che aprendo il cuore al prossimo ed alla società lo si apre anche a Dio. Sì, lo si apre a Dio che in Cristo si è fatto carne assumendo la nostra umanità ed identificandosi in ogni persona, soprattutto in quelle più bisognose.
Coraggio fratelli e sorelle, la lotta non è conclusa ed ha ancora bisogno di tempo ed impegno, non disperiamo e preghiamo il Cristo pellegrino, come i discepoli di Emmaus, dicendo: resta con noi Signore, se no si fa sera!
+ p. Franco crs
arcivescovo

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