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Da Bisceglie a Vieste per rompere le… rocce e trovare datteri, denunciati

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La notte scorsa, gli uomini dell’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia costiera di Vieste hanno sequestrato 21 kg di datteri di mare (Lithophaga lithophaga), frutto di pesca illegale lungo il litorale della nota località turistica Baia dei Campi. L’operazione è stata condotta sotto il coordinamento del 6° Centro di Controllo Area pesca della Direzione Marittima di Bari.
I militari hanno colto in flagranza di reato due soggetti di Bisceglie che avevano appena terminato una battuta di pesca e portavano al seguito due grandi retine in plastica contenenti più di 20 kg di datteri di mare, molluschi bivalvi la cui pesca è severamente vietata in quanto appartenenti ad una specie protetta ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE.
I responsabili sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria non solo per le violazione in materia di pesca di cui al D. Lgs 4/2012 ed al Regolamento comunitario relativo alla pesca nel Mar Mediterraneo ma anche per le ipotesi di reato in materia ambientale (inquinamento ambientale e deturpamento di bellezze naturali), derivanti dal tremendo impatto sulla biodiversità e sull’ecosistema marino che la pesca del dattero comporta.
Per raccogliere il dattero di mare, già di per sé specie protetta e vulnerabile in quanto impiega tempi lunghissimi per raggiungere lo stato di crescita avanzato, è necessario scavare all’interno delle rocce calcaree sommerse ove il dattero crea la propria tana, asportando gli strati di roccia superficiali. Questo non inficia soltanto l’habitat naturale di questa specie, bensì comporta la perdita della ricca comunità (biocenosi) di flora e fauna che trova il proprio ambiente di vita sulle medesime formazioni rocciose, con grave danno complessivo alla biodiversità ed all’equilibrio dell’ecosistema.
Gli studi di settore hanno evidenziato che i danni all’ambiente naturale conseguenti alla pesca del dattero di mare sono irreversibili in natura, poiché sulle rocce frantumate dall’attività di prelievo non riesce a recuperare la comunità originaria, portando al fenomeno della desertificazione dei fondali, ovviamente tanto più grave quanto più estesa è la pesca illegale.
Il prodotto ittico posto sotto sequestro penale è stato subito ispezionato dal medico veterinario di turno dell’ASL Foggia e, constatata la circostanza che il prodotto fosse ancora vivo, su conforme avviso del Magistrato, rigettato in mare da parte dei militari dell’Ufficio Circondariale – Guardia Costiera di Vieste. Questo è stato un ulteriore risultato raggiunto grazie al pronto intervento dei militari, limitando quanto più possibile i danni già causati dalla condotta.
L’attrezzatura specialistica utilizzata da entrambi i subacquei sia per l’immersione che per l’estrazione degli esemplari è invece ancora sotto sequestro.
Ancora una volta si sottolinea l’importanza, per la tutela dell’ambiente marino e costiero, di non richiedere e consumare datteri di mare, a protezione della specie protetta e dell’intero ecosistema di cui è parte. L’attività di monitoraggio e controllo proseguirà senza sosta lungo tutto il litorale costiero del promontorio del Gargano, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di Manfredonia.

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