Da oltre 6 mesi Antonio presentava sintomi simil influenzali e una volta giunto in Ospedale gli è stata diagnosticata una neoplasia maligna del timo, tumore molto raro che colpisce una piccola ghiandola situata nel mediastino, tra i polmoni, e che produce e rilascia i linfociti T, cellule del sistema immunitario.
Il team multidisciplinare della Lung Unit dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza coordinato dall’oncologa Concetta Di Micco ha scelto come primo approccio un trattamento medico neo adiuvante. Una volta trattato il tumore con chemioterapia, il team ha programmato, in seguito all’approvazione del paziente, l’intervento chirurgico.
Essendo l’intervento molto rischioso, Mauro Cassese, direttore dell’Unità di Cardiochirurgia ha condiviso l’idea di eseguirlo nella sala operatoria ibrida della Cardiochirurgia di Casa Sollievo per consentire la possibilità di fermare il cuore ed attivare la circolazione extracorporea; fortunatamente il cuore era intatto e non vi era nessuna compromissione delle strutture cardiache.
Nell’intervento hanno lavorato assieme tre gruppi di lavoro: Chirurgia Toracica, Cardiochirurgia e Cardioanestesia. Al paziente sono stati asportati una massa tumorale del diametro di 20 cm localizzata nel timo e alcuni organi vicini infiltrati dalla neoplasia: il lobo superiore del polmone destro, una porzione del lobo superiore del polmone sinistro, tutto il pericardio fino all’aorta e il diaframma destro, che è stato in parte ricostruito.
Dopo una settimana di ricovero Antonio è stato dimesso in buone condizioni, non prima di aver effettuato ulteriori accertamenti. Continuerà ad essere seguito dall’Unità di Oncologia per i trattamenti del caso.
“Un ottimo risultato come questo è stato possibile grazie alla programmazione e alla pianificazione attenta della strategia, delle variabili prevedibili e al lavoro di squadra di tutte le unità coinvolte. – ha affermato Marco Taurchini, direttore dell’Unità di Chirurga Toracica – Dobbiamo ringraziare anche Antonio che ha dimostrato un coraggio e una determinazione che ci hanno ulteriormente convinto che stavamo facendo la cosa giusta”.
“Ho avuto molta paura ‒ ha sottolineato Antonio, che di professione fa il custode – ma mi sono affidato a Padre Pio e ai chirurghi che lavorano nel suo Ospedale. Voglio ringraziare tutti, chirurghi, anestesisti, rianimatori, il personale di sala operatoria e anche quelli di reparto. Le mie preghiere sono state ascoltate, pregherò per tutti voi”.
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