VIESTE – Piano strategico del turismo, grande apprezzamento dell’assessore Bray
Reinventarsi, riorganizzarsi, riposizionarsi. Questi gli imperativi sui quali si fonda il Piano Strategico del Turismo di Vieste, lo strumento attraverso il quale la città garganica vuole orientare il sistema delle vacanze per i prossimi cinque anni, superando lo stallo della crisi da Covid-19 e offrendo proposte turistiche che siano appetibili e in linea con i desiderata del mercato.
Un progetto importante, che determinerà lo ‘stato di salute’ dell’intero comparto (già duramente messo alla prova dalla lunga stagione del Coronavirus), che è stato affidato a Josep Ejarque, esperto di Destination management. La sua è una analisi lucida e puntale, tanto dello stato dell’arte quanto delle potenzialità inespresse (o sfruttate male) del territorio. “Il Coronavirus ci ha insegnato che il mondo è cambiato e non ritorneremo più a quello che era prima. Con esso è cambiato anche il modo di fare turismo e quindi il modo di consumare, cercare e gestire il turismo”, spiega l’esperto. Insomma, o si cambia l’approccio e la mentalità o si muore.
Il 2021 sarà ancora un anno di grandi incertezze
“I dati ci dicono che c’è un grande desiderio di fare vacanza e il 70% del campione di turisti deciderà di restare nel proprio paese, il 25-28% sceglierà una vacanza di tipo balneare”, spiega. Ad orientare la scelta della destinazione restano in piedi i tre parametri che hanno dominato la scorsa stagione turistica: “Sicurezza dei luoghi, la possibilità di stare bene (ricerca del relax) e la convenienza”. Tutti aspetti che sono tenuti ben in considerazione nella nuova proposta turistica garganica.
Il piano redatto da Ejarque apre la città di Vieste sia a quelle che sono le richieste/aspettative del turista, sia a quelle che sono le opportunità che il territorio può offrire. E che sono tante rispetto alla proposta, abusata e riduttiva, mare-spiaggia-ombrellone. “L’obiettivo è trasformare la città di Vieste da destinazione mono-prodotto a destinazione poli-prodotto”, spiega Ejarque. Come? Creando, a partire dalle vocazioni del territorio, proposte turistiche ed esperienze orientate sulle richieste dei turisti, suddivise per target di età.
“Vieste deve diventare una destinazione balneare competitiva e sostenibile, fondata su un nuovo modello di sviluppo della destinazione, con una visione market-oriented, per aprirsi a nuovi target e segmenti di mercato”. I punti di attrattività sono individuati nel patrimonio culturale, artigianato, tradizione musicale, pesca, artigianato, enogastronomia e percorsi naturalistici. “Bisogna lavorare per rendere Vieste un marchio di turismo sicuro e garantito”, lavorando su molteplici aspetti (accoglienza, plastic free, turismo inclusivo e settore animal friendly, solo per citarne alcuni)
Per fare questo bisogna svincolarsi dal porto sicuro del turismo balneare (“settore ormai maturo e consolidato, che per questo necessità una svolta”) e aprirsi ad altro, per trasformare Vieste da città turistica e destinazione turistica. La strategia è creare delle ‘reti di prodotto turistico’, ovvero aggregazioni di imprese finalizzate alla creazione di un prodotto turistico specifico, destinato ad un mercato specifico. Basta improvvisazione. L’esperto di marketing turistico nel individua quattro: turismo familiare (“che deve diventare premium per famiglie”), turismo Well-Being, turismo Outdoor, turismo Animal Friendly.
“Il modello promozionale deve seguire un marketing segmentato e targettizzato, improntato sull’online e impostato sull’ottica pull”. E’ necessario, infine, rendere la mentalità degli imprenditori più elastica, tarata sulla logica dell’organizzazione last minute costante: “Da quest’anno diminuiranno i giorni a disposizione per la vacanza principale (da 10-9 giorni a 6-7 giorni), ma si potranno aggiungere fino a 4 ‘vacanze brevi’ (3-4 giorni) per complessivi 20-22 giorni di vacanza frazionati in un anno. Non bisogna farsi trovare impreparati”.
Il portale Viesteturismo.com e le App per servizi
L’online, come nel resto della vita, la farà da padrone. Sul punto il Comune di Vieste – “che siede al tavolo del G20, e che con i suoi 2milioni di presenze si conferma prima destinazione della Puglia per turismo balneare” come sottolinea il sindaco, Giuseppe Nobiletti – non si farà trovare impreparato. Al contrario, ha investito moltissimo sul versante tecnologico oltre che su quello della sicurezza (ricordiamo il Protocollo di destinazione ‘Vieste serenità garantita’). Ad illustrare le novità è l’assessora al ramo Rossella Falcone, che lo scorso anno ha traghettato e portato in porto, in sicurezza, la stagione estiva, nonostante l’emergenza sanitaria in atto “Abbiamo creato un portale turistico e di destinazione – Viesteturismo.com – che vuole essere una vetrina di tutte quelle che sono le nostre risorse. Tutto ciò che il territorio ha da offrire, quindi, sarà a portata di click”, spiega.
Ancora, verranno lanciate due mobile app: la prima ‘Compro a Vieste’ è rivolta a tutte le attività commerciali del territorio e del pubblico esercizio; l’altra app, ‘Inspiaggia’, permette di geolocalizzare tutte le spiagge cittadine offrendo, per ciascunA, tutte le informazioni utili su tipologia, caratteristiche e servizi. Ma soprattutto garantirà un servizio booking per prenotare e acquistare il proprio posto sotto l’ombrellone, offrendo un ‘semaforo contatore’ aggiornato in tempo reale per monitorare l’affluenza nei vari stabilimenti. “Stiamo lavorando per la prossima estate in sicurezza”, assicura Falcone. “Ci sono buone possibilità di poter ospitare, il 4 luglio, l’evento delle Frecce Tricolor (l’eventuale annullamento viene comunicato un mese prima della data prevista), ma pensiamo anche ad ospitare una tappa della manifestazione ‘Il libro possibile’, Festambientesud e Battiti Live (non sappiamo se mediante collegamento o spettacolo live). Speriamo inoltre di poter replicare l’esperienza, tanto apprezzata dai nostri ospiti, del ‘Vieste in Love’”, conclude.
All’incontro ha preso parte l’assessore regionale Massimo Bray, con una panoramica sulle politiche da attuare per sostenere da una parte i turisti, dall’altra gli operatori della filiera del turismo. Bray pone l’accento sulla “necessità di snellire e semplificare le procedure con cui un operatore turistico deve confrontarsi” e sull’esigenza di formazione che si avverte nel settore. A finire, un focus sulle best practies con l’intervento degli operatori turistici di Alassio e Amalfi che daranno vita ad una vera e propria Joint-Ventures fra operatori.
(Maria Grazia Frisaldi)