VIESTE – Profughi afghani: trasferiti al “Cara” di Foggia, tutti negativi al test antiCovid
Sono stati trasferiti nella serata di ieri, prima a Manfredonia (per l’identificazione ufficiale) e successivamente presso il Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Foggia, i 35 profughi di nazionalità afghana, intercettati l’altra notte da una motovedetta della Guardia di Finanza al largo di Vieste e poi fatti sbarcare nel nostro porto turistico. Tra loro, come si ricorderà, anche 11 bambini (tutti accompagnati), di cui un neonato, e nove donne.
I 35 profughi, prima del trasferimento, sono stati sottoposti a test anti Covid. Tutti sono risultati negativi, per cui si è potuto procedere al loro trasferimento da Vieste, dove sono stati assistiti e rifocillati, grazie alla disponibilità di ristoratori, esercenti pubblici, commercianti e semplici cittadini viestani che, ancora una volta, hanno manifestato grande senso di accoglienza. Particolarmente attive le varie associazioni di volontariato presenti nella nostra città, dalla “Buon Samaritano”, che ha provveduto a rifornire i profughi (specie i minori) di vestiario, omogeneizzati, pannolini, alla “Pegaso”, assieme alla Croce Rossa della sede di Sannicandro Garganico, e allo stesso personale del Marina di Vieste, ove la barca a vela, battente bandiera bulgara, a bordo della quale i migranti sono stati intercettati, è stata fatta attraccare dal personale della Guardia di Finanza – sezione navale – che ha condotto l’operazione di salvataggio. Interessati alle operazioni di assistenza anche i carabinieri della locale Tenenza, la Polizia Locale e la Guardia costiera, assieme al personale del 118 che ha provveduto a verificare lo stato di salute dei profughi.
Intanto, la Guardia di Finanza ha attivato le indagini per ricostruire il percorso effettuato dal gruppo di afghani i quali, pare, sarebbero partiti a bordo dell’imbarcazione a vela, da un’isola della Grecia. Gli scafisti sarebbero stati individuati. Si tratterebbe di due ucraini, di 35 e 41 anni, entrambi sottoposti a fermo di polizia al fine di chiarire la loro posizione.