Attualità

VIESTE – In diretta su Garganotv i funerali di don Giorgio Trotta

In occasione dei solenni funerali di don Giorgio Trotta, deceduto questa mattina all’alba, Garganotv trasmetterà in diretta il sacro rito, presieduto dal nostro arcivescovo, padre Franco Moscone, che si svolgerà nella chiesa all’aperto del Santuario di Santa Maria di Merino.

Collegamento e telecronaca a partire dalle ore 8:50 sul canale 878 del digitale terrestre, streaming e pagine social di Garganotv.

Note biografiche di don Giorgio Trotta

Don Giorgio Trotta nasce a Vieste il 6 aprile 1942 e lo stesso giorno viene portato al fonte battesimale della Parrocchia della Santa Croce.

Terminate le scuole elementari, il 5 novembre del 1954 entra nel seminario arcivescovile di Manfredonia dove frequenta la scuola media e il ginnasio. Dopo cinque anni entra nel seminario Regionale Pio XII di Benevento  dove frequenta il liceo classico e la teologia, fino all’ordinazione presbiterale avvenuta il 23 luglio del 1967 nella Cattedrale di Vieste per l’imposizione delle mani di Mons. Andrea Cesarano.

Ricevuta l’ordinazione l’Arcivescovo lo nomina vicerettore del seminario Diocesano Arcivescovile di Manfredonia dove vi rimane per due anni con lo stesso incarico. Nel 1969 lascia il seminario arcivescovile per trasferirsi a Benevento essendo stato nominato vice-rettore del Seminario Regionale.

Nel 1970, dopo solo un anno di permanenza a Benevento,  ritorna a Manfredonia dove l’attende nuovamente il Seminario Arcivescovile ma con l’incarico di rettore. Qui per ben dieci anni, fino al 1980, ha formato tanti ragazzi alla vita cristiana e tanti ancora alla vita sacerdotale.

Agli inizi del settembre 1980 lascia definitivamente il seminario e viene nominato parroco del Santuario della Madonna della Libera in Rodi Garganico.

Da questo momento  la sua vita sacerdotale si sviluppa profondamente sotto lo sguardo d’amore della Vergine Santa.

A Rodi Garganico si distingue nell’attenzione verso le anime dei suoi parrocchiani e trascorre i i suoi anni in profonda attenzione e devozione verso la  Madonna. Restaura radicalmente il santuario e con solenne rito l’1 luglio del 1985 promuove l’incoronazione della sacra icona della Madonna della Libera, protettrice della città.

Per raggiunti limiti di età, a dimissioni avvenute di don Luigi Fasanella, nel gennaio del 1988 mons. Valentino Vailati lo nomina Parroco di San Giuseppe Operaio in Vieste.

La sua vita di Parroco fu anche qui un susseguirsi di iniziative a favore dei giovani, dei ragazzi e delle famiglie della Parrocchia. Iniziative ricche e valide che arricchivano l’oratorio di un pullulare di giovanissimi sia d’inverno, sia d’estate. Le iniziative e gli entusiasmi non mancavano e non mancava neanche la sua tenacia per un instancabile lavoro a favore delle anime.

Portò avanti alcuni lavori strutturali della chiesa arricchendola di nuovi banchi, di nuovi confessionali, della statua lignea di San Giuseppe Operaio e  di artistici mosaici e di altissime vetrate istoriate che ancora oggi si possono ammirare. Anche la sala cinematografica riprese a funzionare dopo qualche sommario intervento di manutenzione straordinaria. La stessa sala vide anche il fiorire di gruppi di filodrammatica e di interessanti proiezioni cinematografiche e conferenze.

Diede spazio anche ai nuovi mezzi di comunicazione sociale accogliendo come sede al piano superiore dell’Oratorio Parrocchiale il gruppo radiotelevisivo: TeleradioVieste 1 per trasmissioni di interessanti eventi, di incontri di cultura e celebrazioni sacre.

Lasciò la parrocchia nel  settembre del 1996 per un anno di preghiera e di riflessione e silenzio da vivere nel sacro convento francescano del monte Tabor in Terra Santa. Dopo un anno rientra a Vieste dove l’attende il servizio come Parroco-Rettore presso il Santuario di Santa Maria di Merino che ha retto attivamente fino alla festa patronale del 9 maggio di questo anno. Qualche giorno dopo i sintomi di una grave malattia lo hanno inchiodato prima ad un  letto di ospedale per degli accertamenti e poi in una dolorosa sofferenza al letto della sua abitazione.

Per il nostro  Santuario viestano ha profuso il massimo delle sue energie scrivendo e pubblicando libri sulla storia del santuario e proponendo e diffondendo raccolte di canti e di preghiere popolari che esprimono la devozione di Vieste alla Vergine di Merino. Ma non solo. Ha proceduto a radicali lavori di restauro della Chiesa risanando il cupolone che le acque meteoriche oltrepassavano e bagnando la chiesa. Ha rifatto l’intero pavimento e acquistato i nuovi banchi della Chiesa, ha arricchito il presbiterio di immagini che aiutano a fissare ilo sguardo dei fedeli che in compagnia dei santi fissano il loro volto contemplando Maria, madre dei viestani.

Anche l’esterno del Santuario è stato solennemente abbellito trasformando lo spazio esterno, già esistente come chiesa all’aperto – lavoro già iniziato da don Michele Ascoli – in un anfiteatro di preghiera interamente in pietra di Trani. Un’altissima croce visibile sin da lontano orienta i fedeli verso la Chiesa all’aperto. Tale spazio è stato anche arricchito di nuova piantumazione, di nuovo impianto di amplificazione acustica e di statue tra cui la riproduzione della Madonna di Merino, la statua di san Michele e la statua della Madonna di Medjugorie. Inoltre un percorso di quadri di Via crucis in bronzo e un’artistica fontana fanno da cornice all’anfiteatro di preghiera.

Frequenti dal santuario sono state anche le trasmissioni mariane e le catechesi in collegamento con la radio nazionale Radio Mater il cui ascolto è possibile anche a livello internazionale sui canali satellitari.

Si è anche interessato a far collocare delle stele Mariane in prossimità delle pietre della Madonna per un percorso di via matris.

Tutto il suo lavoro a favore del Santuario ha portato lo stesso anche all’elevazione a santuario diocesano e all’acquisto delle sante indulgenze nel giorno della festa patronale per tutti coloro che attraversano la porta santa ed entrano nell’antico tempio di Merino.

Anche la piana di Merino e l’antica necropoli della Salata ha avuto una spinta in più per un elevato riconoscimento grazie anche a don Giorgio che spesse volte ha fatto da guida per illustrare i pochi ma interessanti scavi adiacenti al santuario e tutte le tombe dell’antica necropoli.

Ultimo suo lavoro, inaugurato il giorno 8 maggio di questo anno è il rifacimento  della Pietra cappella della Madonna a Palude Mezzane. Un lavoro fortemente voluto perché diventasse un luogo consono alla sosta e alla preghiera dei pellegrini anche in giorni lontani dalla festa del 9 maggio, su progetto artistico e architettonico preparato e curato dall’architetto Pasquale Del Giudice e sovvenzionato in gran parte dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Nobiletti.

Colpito sin da bambino dalla figura sacerdotale del Servo di Dio don Antonio Spalatro che ha avuto modo di conoscere personalmente, ha svolto in suo favore un  lunghissimo e meticoloso lavoro.  Lavoro iniziato già nel 1974 con la pubblicazione di un profilo biografico ciclostilato sulla sua figura e pubblicato in occasione del ventennale della sua morte.

Piano piano un grande risveglio ed un approfondimento della conoscenza di don Antonio portò l’Arcivescovo Mons. Domenico D’Ambrosio nel 2005 ad avviare un processo diocesano di raccolta di testimonianze , scritti e racconti sulla vita del servo di Dio. La postulazione della Causa fu affidata proprio a don Giorgio che instancabilmente, con l’aiuto del tribunale e dell’Associazione degli Amici di don Antonio, trovò modi e canali perché la conoscenza di don Antonio si estendesse in gran parte dell’Italia, forse anche dell’Europa e del mondo. L’estumulazione dei resti mortali di don Antonio, la nuova sepoltura nella cattedrale di Vieste, la conclusione del processo diocesano e la consegna alla congregazione per la Causa dei Santi di  Roma di tutta la documentazione fu uno dei grandi traguardi raggiunti e soddisfazioni ottenute per la dichiarazione di venerabilità che tutti attendiamo.

Oggi, in questo giorno triste ma al tempo stesso carico di speranza e di fede, con San Paolo don Giorgio pronuncia queste bellissime parole: “Ho combattuto la buona battagliaho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà”.

Grazie don Giorgio!

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