Maria Paola D’Amato è ingegnere edile ed architetto, Claudia Inglese è invece graphic designer. “Cile – Acrata” è una meravigliosa scultura che ha saputo racchiudere nella spirale di curve, luci e colori l’essenza del viaggio, che passa attraverso la visita di luoghi e paesaggi, ma anche attraverso la scoperta dei sapori e degli odori che fanno parte della cultura di un popolo. La cultura del Cile si conosce assaporando la sua cucina fatta degli aromi delle empanadas, il profumo marino del cheviche, del gusto “anarchico” e speziato dell’acrata, il peperoncino conosciuto come “erba delle capre” o “viagra cileno”, capace di stuzzicare palato e corpo.
Al secondo posto “Italia – Settecento” di Daniela Colasanto e Asia Consueto. Rappresenta Dante, nell’anno del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.
Al terzo “Palestina – Resilienza” di Veronica Condello, che attraverso un volto avvolto da una keffiyah ricorda la questione palestinese. In quegli occhi penetranti si legge la determinazione della lotta del popolo palestinese per il riconoscimento dei diritti, delle radici e della terra d’origine occupata.
La giuria popolare, invece, ha decretato la vittoria dell’opera dedicata alla Corea del Sud di Chiara Ventrella: raffigura il volto della monumentale statua del Buddha, custodita nella grotta di Seokguram, uno dei più grandi tesori nazionali tangibili Paese, simbolo del viaggio spirituale verso il Nirvana.
Al secondo posto “Israele – Mask” di Davide Scassillo e Margherita Valente (Dasca Studio), che rappresenta una maschera ispirata alle geometrie del Bahuhaus, stile distintivo della capitale del Paese, Tel Aviv.
Al terzo posto “Aruba – Flamingo” di Letizia Bagnato, con zampe filiformi e il piumaggio rosa dei fenicotteri, dedicata all’isola in cui questi eleganti uccelli sono stanziali.
Una menzione speciale per “India – Elefante indiano” di Luca Desiderato, “un’opera d’arte capace di essere sobria ed eccentrica allo stesso tempo”.
Fuori concorso l’opera “UncontainableArt” di Matthew Watkins, la più fotografata dalle migliaia di persone che hanno ammirato il monumento di luce nel corso dell’estate.
“Luci su Vieste” si chiuderà definitivamente sabato 2 ottobre. “Il bilancio è estremamente positivo”, commenta Elio Colasanto. “Volevamo dare un messaggio di speranza. Rinascita era il tema centrale, la rinascita dell’umanità alle prese con un evento imprevisto e devastante come la pandemia, rinascita come rinnovamento di un’arte pugliese antica e tradizionale attraverso la creatività e la sensibilità di 10 talentuosi designer. Sono molto soddisfatto, credo che gli obiettivi siano stati raggiunti”.
“Questo progetto mi ha affascinato dal primo istante”, commenta Rossella Falcone, Assessore al Turismo del Comune di Vieste, “se n’è parlato in tutta Italia e questo credo sia il tangibile segno del suo successo. Abbiamo offerta alle centinaia di migliaia di persone che hanno frequentato Vieste quest’estate uno spettacolo incredibile, ma anche un momento di riflessione. Ne siamo orgogliosi e posso dire che ci sono le basi per una nuova edizione il prossimo anno”.
Le opere potranno essere visionate anche dopo il 2 ottobre sul sito www.lucisuvieste.com, dove sarà possibile anche acquistarle”.
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