Con questa accusa il 63enne Lorenzo Mazzini, funzionario regionale del dipartimento Agricoltura , Sviluppo Rurale ed Ambientale, sezione coordinamento dei servizi territoriali di Foggia, è finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta ‘Radici’ della Procura di Bari.
Altri cinque sono finiti agli arresti domiciliari: si tratta degli imprenditori agricoli Matteo Fasanella, Nunzio Nargiso, Nicola Biscotti e Francesco Nasuti. Ai domiciliari anche l’agronomo Antonio Simone.
Sono indagati a vario titolo per i reati di tentata concussione, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche commessi a Bari e in provincia di Foggia dal 2012 al 2020.
Ventuno persone indagate: tre pubblici ufficiali tra funzionari e dirigenti della Regione Puglia, dieci imprenditori operanti nel settore agricolo-forestale in provincia di Foggia e otto consulenti agronomi. Rispondono di responsabilità amministrativa dell’ente quattro imprese in relazione al reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche commesso dai rispettivi rappresentanti legali nel loro interesse e a loro vantaggio.
Il procedimento penale è stato avviato a seguito della denuncia sporta nel febbraio 2020, presso un reparto della guardia di finanza da un libero professionista, che segnalava che nell’ambito dell’esecuzione dell’incarico di progettazione e direzione lavori conferitogli da un’azienda agricola con sede in provincia di Foggia, aveva ricevuto da un funzionario della Regione Puglia, in servizio nel capoluogo dauno, una richiesta di denaro per la risoluzione di “problematiche” inerenti alla consegna della documentazione oltre i termini previsti dal bando relativo al Programma di Sviluppo Rurale.
All’indomani della denuncia sono stati avviati i necessari approfondimenti investigativi da parte del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo P.E.F. Bari – coordinati dalla locale Procura della Repubblica – eseguiti mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, escussione di persone informate sui fatti, servizi dinamici d’osservazione e pedinamento, perquisizioni e analisi della documentazione sequestrata, nonché approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette inoltrate dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e indagini finanziarie (operazione convenzionalmente denominata Radici’
Le complesse indagini hanno consentito di disvelare l’esistenza di un comitato d’affari composto da funzionari della Regione Puglia, imprenditori agricoli e consulenti agronomi di loro fiducia operanti in Capitanata nel settore della silvicoltura, che aveva come obiettivo l’illecito conseguimento degli aiuti economici erogati dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Puglia per gli interventi forestali inseriti nel Programma di Sviluppo Rurale finanziato mediante il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (F.E.A.S.R.).
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