Il Governo e tutti i partiti presenti in Parlamento precisano le rispettive posizioni e le finalità che li accompagnano. A questo si aggiunge, in tutta la penisola, il lavoro oscuro ma indispensabile delle amministrazioni locali: sono i sindaci delle località turistiche, sono i primi cittadini che affrontano, come sempre, i mutamenti legislativi o le difficoltà economiche che il mercato genera, dando risposte concrete e assumendo responsabilità a volte imprevedibili.
I sindaci del G20s da tempo sono impegnati nell’affrontare questo imprescindibile step per il futuro del settore e portano un contributo quotidiano all’interno di percorsi che in molti di loro hanno già tracciato: stimolare ed aggiornare l’offerta turistica della località sostenendo le imprese e i cittadini in un contesto di salvaguardia ambientale, premessa per ogni sviluppo futuro.
Così il sindaco Giuseppe Nobiletti: “Siamo profondamente preoccupati per lo stato di incertezza in cui versano ormai da oltre 10 anni le imprese balneari. La Bolkestein ha messo in crisi il settore. E’ vero che bisogna adeguarsi alle normative europee, ma è pur vero che siamo chiamati a tutelare gli investimenti fatti dai nostri balneari in questi anni. E’ necessario tutelare le nostre imprese. Questo è un provvedimento che lascia nell’incertezza i nostri 100 concessionari demaniali e le proprie famiglie che tra due anni saranno costretti a mettere all’asta i loro lidi. La nostra partecipazione al prossimo G20 sulle spiagge in programma ad aprile a Riccione, sarà fondamentale per interloquire con i vertici dell’associazione e per capire quali azioni intraprendere insieme agli altri comuni del G20S”. Così il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, in merito all’emendamento approvato in Consiglio dei Ministri, con voto unanime, per la riforma delle concessioni demaniali che a far data dal 1 gennaio 2024 dovranno essere messe a gara.
Roberta Nesto, coordinatrice del G20s, associazione che raggruppa le più importanti città balneari italiane (sono 26) e che sommate rappresentano quasi il 30% delle presenze turistiche del Paese, ha idee molto chiare su come affrontare il tema delle concessioni: “Innanzitutto, dobbiamo salvaguardare il nostro know how: l’Italia ha al suo attivo una tradizione di ospitalità turistica unica, un vero e proprio patrimonio trasmesso da generazioni. Deve adeguarsi alle regole dell’Europa perché ne è parte fondante e perché attraverso un aggiornamento delle concessioni, seguendo regole chiare e verificabili, tutti i soggetti coinvolti possano avere una reale possibilità di crescita”.
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