SAN GIOVANNI ROTONDO – Nessuna “scomunica” del vescovo nei confronti del sindaco Crisetti
“Per cercare di dare nelle intraprese difficili situazioni di accoglienza dei profughi scappati dalla feroce guerra in Ucraina, qualcuno ha pensato, per mero scoop giornalistico, di poter distorcere con una notizia sensazionale e ben tagliuzzata ad effetto, pubblicata sul giornale “L’Edicola del Sud” alla pagina 27 – Foggia, la preziosa opera di accoglienza e fraternità svolta verso persone di ogni estrazione sociale intrapresa e dalla Arcidiocesi e da diversi Comuni del territorio, innescando, di conseguenza, un insieme di calunniose supposizioni con interventi imprecisi e, a volte, a dir poco denigratori ed estemporanei.
E’ appena il caso di ricordare, innanzitutto, che l’arcivescovo p. Franco Moscone non ha emesso alcuna “scomunica” nei confronti di nessuno, né tantomeno del Sindaco di S. Giovanni Rotondo, come riportato e voluto far credere dall’articolista Trotta, mentre, invero, da sempre e soprattutto in questi giorni la Caritas diocesana e quelle parrocchiali insieme agli Enti locali si stanno indefessamente prodigando nel nostro territorio per la diffusione e la pratica di valori essenziali e basilari, quali l’accoglienza dei profughi, la solidarietà, la condivisione, il rispetto dell’altro. Ma aver voluto affrontare questa espressione magnifica di carità fraterna tra la nostra gente in maniera sensazionale, con incisi e supposizioni calunniose, al solo fine di suscitare un certo interesse nei lettori del common information space perseguito peraltro con la
notizia di “scomunica del sindaco” (sic!) e con insinuazioni nei confronti del Comune di S. Giovanni Rotondo, a dire dell’articolista “non ospitante”, non può non meritare censura e ferma smentita.
Occorre piuttosto riconoscere l’opera preziosa di accoglienza delle persone di ogni estrazione sociale, opera propria di tutta la comunità ecclesiale e civile della nostra terra garganica, ed uscire da quegli schemi di notizie scoop che certuni vorrebbero far passare quasi con forza, e prendere consapevolezza del valore e dell’impegno profuso ed anche di stili giornalistici che illuminino la nostra esperienza e la nostra storia civile.
E dunque, a tutti noi impegnati ancora oggi a spendere energie e a testimoniare i precetti evangelici è richiesto di avere occhi nuovi e attenzioni nuove per quell’essere presente dell’altro, profugo e straniero, che è posto, per la durata dei nostri giorni, accanto a noi dalla divina Provvidenza”.