“Chiamami Gennaro” è una commedia sul genere delle opere di Eduardo Scarpetta, padre naturale del più famoso Eduardo. Ispirata al racconto di Giulietta e Romeo, vuole essere una parodia della celebre tragedia di Shakespeare; in essa si immagina che a Napoli vivano due famiglie nobili in perenne conflitto da secoli. Il marchese Sfasciacarrozze è indebitato fino al collo e pertanto vorrebbe sposare la sua unica figlia ad un vecchio magnate di Milano. Accade peró che la ragazza, Margherita, sia innamorata dell’unico napoletano con il nome emblematico di Romeo; egli è il rampollo del barone Spadacorta, casato nemico degli Sfasciacarrozze dai tempi di Masaniello. Romeo, a causa del nome che porta, soffre si una particolare sindrome: gli accede di tanto in tanto di identificarsi con il personaggio letterario. I due ragazzi chiedono quindi a fra Michele di essere sposati di nascosto ma il frate, con l’aiuto dell’accorta nutrice di Margherita orchestra, orchestra un piano che condurrà a più felice conclusione e alla pace fra le due famiglie. La commedia si avvale di intermezzi musicali in sintonia con quanto si racconta. L’opera ha avuto lunga gestazione; portata a termine due volte, al momento del debutto il Covid chiudeva i teatri. Al terzo tentativo, a sostituire quegli attori che, stanchi, abbandonavano il progetto, intervenivano cinque magnifici ragazzi del liceo scientifico di Vieste e, con loro, una talentuosa prof di lettere. Costoro, con esperienze teatrali pregresse in commedie di O.Wilde e B.Shaw, nel corso di cinque mesi familiarizzavano con la gestualità e l’intercalare partenopeo, abbandonando il raffinato eloquio e la compostezza degli autori di cui sopra. Come detto all’inizio, la professoressa Luisa Labombarda, che ha scritto e diretto il tutto, il 5 aprile p.v. , a Dio piacendo, con “Chiamami Gennaro“ festeggerà le nozze d’argento con il teatro, passione di una vita, efficace strumento terapeutico e occasione di fare beneficenza regalando agli ospiti un momento di piacevole intrattenimento.
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