VIESTE – Eccezionale avvistamento in mare: una “foca monaca” all’imboccatura del porto
Eccezionale avvistamento nelle acque di Vieste, all’imboccatura del porto. In quel tratto di mare, infatti, è stato avvistato un esemplare adulto di “foca monaca” mediterranea, un mammifero “pinnipede della famiglia delle foche”. Secondo quanto riportano le riviste specializzate, si tratta di una “specie minacciata di estinzione, di cui sopravvivono in natura meno di 700 esemplari”.
Del tutto evidente, dunque, l’eccezionalità dell’avvistamento, fatto da Claudio Coda, giovane concittadino, pescatore d’altura provetto, il quale a Garganotv ha raccontato quanto capitatogli, assieme ad un amico, tre giorni fa.
“Ci trovavamo nella parte della testata del molo frangiflutti del porto turistico, quando, all’improvviso, abbiamo visto tra i sottostanti blocchi di cemento, l’esemplare di foca monaca. Era a pochissimi metri da noi, tranquilla scivolare tra le piccole onde. Ad un tratto, forse perché spaventata, si è inabissata, ma qualche istante dopo, l’abbiamo vista riemergere all’imboccatura del porto, tra il molo turistico e il “braccio” del faro. Giusto il tempo riprenderla con i nostri cellulari, anche se, per la foga, le immagini non sono venute del tutto chiare”.
In ogni caso, il video è la prova della comparsa del mammifero nelle nostre acque, così come poi confermato dagli esperti dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a cui le immagini sono state inviate. E proprio dall’istituto di ricerca è stato riferito che un avvistamento simile è stato effettuato il 4 gennaio scorso a Santo Spirito (Bari). Potrebbe trattarsi dello stesso esemplare, arrivato fin da noi, visto che, a detta degli esperti, preferisce vivere in grotte e anfratti.
L’avvistamento, come fanno sapere i ricercatori dell’Ispra “accende la speranza di vedere sopravvivere questo rarissimo mammifero anche sulle nostre coste”. Gli stessi ricercatori hanno invitato “chiunque, eventualmente, si trovi in vicinanza dell’esemplare, di non spaventarlo con rumori di motori marini e darne pronta e documentata notizia alle autorità competenti”.
Un plauso a Claudio Coda e al suo amico, per la preziosa testimonianza.