VIESTE – Pellegrinaggio a Merino: riportiamo la Madonna sulla spiaggia di San Lorenzo
Per antichissima tradizione, come i viestani ben sanno, il giorno 9 maggio, festa patronale di Santa Maria di Merino, si svolge il pellegrinaggio all’omonimo santuario, ubicato a circa nove chilometri da Vieste. La veneratissima statua della Vergine, posta della “cassa piccola” (o di “campagna”), viene portata a spalla fino alla chiesetta di Merino, attraversando spiagge e campagne. Un itinerario del tutto singolare che per i viestani costituisce anche un momento penitenziale. Subito dopo il cambio della cassa, che avviene alla “pietra della Madonna”, nei giardini di corso Fazzini, il pellegrinaggio ha inizio: da quel momento la Madonna è affidata al popolo.
Da tempo immemore, i pellegrini, lasciando il paese, si portavano, con la cassa della Madonna, sull’allora spiaggia detta “del convento”, così denominata poiché posta a ridosso dell’ex convento dei cappuccini. Questo perché la tradizione vuole che la Madonna, nell’andare a Merino, rivolga lo sguardo al mare da dove la leggenda narra sia arrivata. A causa del continuo restringimento di quella spiaggia e della successiva costruzione del porto, dagli anni Settanta-Ottanta, il pellegrinaggio non si svolge più sulla spiaggia, ma percorre il lungomare Europa, per la sua interezza, venendo meno alla tradizione.
Da qualche anno, come si può ben notare, la spiaggia si è ampiamente riformata, divenendo molto ampia e di particolare aspetto nell’amena baia che la costituisce. Perché, allora, non ritornare alle origini e ripotare il pellegrinaggio, come nei tempi passati, sulla spiaggia di San Lorenzo? Si potrebbe imboccare l’arenile dal “Lido Cristalda”, abbastanza ampio, e costeggiare poi la riva, fino a San Lorenzo, dove, come si faceva un tempo, immettersi sull’antico percorso.
A noi di Garganotv piace lanciare questa proposta, che ci auguriamo possa essere presa in considerazione da chi di competenza, In particolar modo quest’anno che si ritorna a Maria dopo l’inconsueto, doloroso e brusco stop causato dalla pandemia.