Di seguito la relazione dell’arch. Bianchi, che accompagna il progetto esecutivo di restauro approvato oggi.
“La lunetta, attualmente ricoperta da uno spesso strato di intonaco, decora una parete di quello che un tempo era, probabilmente, il refettorio dell’ex convento dei Cappuccini.
Da saggi, effettuati manualmente con bisturi, risulta evidente che il dipinto è presente sotto tutto lo strato di intonaco che riveste la parte superiore della parete. Allo stato attuale non è ben chiaro se il dipinto ricopriva l’intera parete, interrotto solo dalla porta d’accesso agli altri ambienti; dall’intonaco sovrapposto, lacunoso nella parte inferiore, è stato applicato un velatino di garza a protezione della superficie dipinta. Questo intervento è stato eseguito durante i lavori di restauro architettonico realizzati nel passato decennio.
Durante l’esecuzione dei saggi è stato possibile verificare anche lo stato di adesione dell’affresco al supporto murario: questo risulta distaccato lungo tutto il bordo inferiore. La percussione manuale dell’intera superficie ha permesso di localizzare alcuni distacchi, di piccola e media entità, su parte della superficie a sinistra. Tale analisi dovrà necessariamente essere verificata poiché, come si evince dalla foto, il dipinto è ricoperto da uno spesso strato di intonaco. Da quanto si osserva dai saggi effettuati dovrebbe trattarsi di dipinto a calce (o mezzo fresco), da alcuni saggi emerge la presenza di
scalpellature realizzate per far aderire lo strato di intonaco successivo. Il soggetto del dipinto dovrebbe essere San Francesco che riceve le stimmate.
Intervento di restauro
Durante l’esecuzione dei saggi è stato possibile verificare lo stato di adesione tra lo strato pittorico originale e lo strato sovrapposto che risulta molto adeso in alcuni punti, per cui la separazione non potrà essere eseguita mediante bisturi o scalpello e martello ma sarà necessario procedere all’assottigliamento graduale dell’intonaco mediante microfrese. Si precisa che l’assottigliamento sarà effettuato in modo da eliminare lo strato più esterno senza intaccare la parte più adesa al dipinto che, invece, sarà rimossa mediante applicazioni di compresse di polpa di cellulosa imbevute acqua demineralizzata, o con soluzione blanda di sali inorganici e chelanti a bassa concentrazione, oppure con resine scambiatrici. Se durante le operazioni di pulitura si dovesse osservare un processo di disgregazione del film pittorico, questo sarà stabilizzato mediante applicazione a pennello di resina acrilica in soluzione acquosa a bassa concentrazione. Stessa attenzione sarà esercitata laddove dovessero emergere distacchi dello strato pittorico dal supporto murario: in tal caso si procederà ad effettuare piccoli fori attraverso i quali iniettare malte premiscelate specifiche per intonaci di pregio. Le piccole lacune saranno risarcite mediante applicazione di stucco antiritiro (con fibre di cellulosa).
Le lacune più grandi ed il bordo inferiore saranno stuccate con malta a base di calce idraulica ed inerti adeguati per colore e
granulometria. Le discontinuità del film pittorico costituite dalle abrasioni o piccole lacune saranno reintegrate cromaticamente per mezzo di velature con colori ad acquerello ed infine, sulla superficie sarà applicato un film di protezione a base resina acrilica a bassa concentrazione in solvente organico o idrossido di calcio.
Tutte le operazioni saranno documentate fotograficamente e concordate con il funzionario preposto della Soprintendenza”.
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