Dal Gargano al Salento, il mare resta una certezza, la locomotiva del turismo in Puglia.
«Il 99% delle nostre acque è balneabile, frutto del grande lavoro che la Regione ha fatto in questa direzione. Mare meraviglioso, spiagge fantastiche. Ma non ci si può cullare sugli allori, distrarsi, pensare di vivere di rendita. Bisogna cercare di dare sempre un’offerta che sia il più possibile di qualità».
Accanto al turismo balneare, si registra una forte ascesa della vacanza verde. Agriturismi e masserie scoppiano di salute.
«L’offerta turistica che la nostra regione offre è molto ampia, variegata. Non c’è solo il mare. Abbiamo gli splendidi borghi dei Monti Dauni, le gravine, l’Alta Murgia, Castel del Monte, Taranto che sta facendo registrare un significativo incremento delle presenze turistiche. Siamo stati baciati dalla natura, offriamo siti religiosi e percorsi enogastronomici molto apprezzati. Agriturismi e masserie sono diventati posti iconici, che hanno dato un grande slancio alla promozione dell’immagine della Puglia. Ho letto le riflessioni sulla Gazzetta del giornalista tarantino Angelo Mellone, che teme l’eccessiva omologazione nell’offerta turistica: non credo che ci sia questo rischio. La Puglia resta una terra dove si respira autenticità: borghi, monumenti e parchi archeologici da scoprire, cammini e ciclovie che consentono a pieno forme alternative di turismo».
Il boom del turismo crocieristico vi ha sorpreso?
«No, perché già da un po’ registriamo la grande capacità attrattiva dei porti pugliesi: Bari, Brindisi, Taranto. Capita che nello stesso giorno navi di diverse compagnie approdino nei nostri porti. È un settore che crescerà ancora nei prossimi anni, ne siamo certi».
A luglio c’è stato il record di passeggeri negli aeroporti pugliesi: più di 1 milione.
«Aeroporti di Puglia ha fatto un grande lavoro. Ringrazio, per questo, il presidente Vasile, il resto della dirigenza e dello staff, tutti i dipendenti. Aver superato il primato del 2019 è una grande cosa, di questi tempi. Si è stimato che quest’estate in Italia, una vacanza balneare di una settimana per una famiglia media di 2 adulti e 2 bambini costa il 17% in più rispetto all’anno scorso. Nonostante questo, il Covid, il caro vita e i rincari energetici e del carburante, la nostra regione resta ambita e ricercata dai turisti».
La Puglia è davvero diventata meta tra le più costose al mondo?
«Non mi pare. Da noi, in tante parti della regione il caffè costa ancora 1 euro, per una cena per tre persone si spendono 70 euro. Ho letto l’indagine del Post Office e in quel report, secondo me, la notizia è un’altra: che la Puglia è ormai a pieno titolo riconosciuta come una delle principali mete turistiche al mondo. I prezzi vengono, comunque, costantemente monitorati da Puglia Promozione e se ne discute nei tavoli partenariali. È un tema su cui c’è la massima vigilanza. Al di là dei costi in sé della vacanza, bisogna spostare la riflessione secondo me su un altro aspetto: ai prezzi deve corrispondere, sempre, un’adeguata qualità dell’offerta, dei servizi».
Tornando al traffico aereo, da fine settembre un’ulteriore spinta potrà arrivare da Foggia, dove dopo 11 anni l’aeroporto riapre ai voli commerciali.
«Ce lo auguriamo, che sia una svolta e duri nel tempo. La Regione ci ha creduto molto e ci punta tanto. Il Gargano, per tradizione, è la prima meta balneare della Puglia e potrà avere ulteriori benefici dalla riapertura dell’aeroporto».
Nota dolente è l’abusivismo, le tante strutture non censite. Il sommerso rappresenta ancora una fetta consistente del settore.
«Va fatto un distinguo. Una cosa è il ritardo o la riluttanza nella trasmissione dei dati, che è obbligatoria. Quest’anno riprenderanno le sanzioni per chi non comunica i dati richiesti, dopo i due anni di sospensione dovuti al Covid. Un’altra è l’abusivismo vero e proprio: chi non è registrato, non ha il codice identificativo di struttura. Intensificheremo relazioni e controlli con i Comuni, in modo da scovare chi sta sul mercato abusivamente. Non ci si può improvvisare operatori ricettivi».
Obiettivi, idee, indirizzi per crescere ancora?
«Stiamo già da un po’ lavorando al nuovo piano strategico del turismo, che guarda al 2030. Bisogna anche mettere mano alla norma regionale sul settore: è del ’99, un po’ datata ormai. Servirebbe un unico testo che recepisca tutte le istanze del mercato. L’offerta va migliorata, ottimizzata dove è possibile. Bisogna lavorare per restare competitivi, nella consapevolezza che abbiamo una fortuna tra le mani: il turismo incide per il 14% nel Pil della Puglia, insieme alla cultura rappresenta il 20% del Pil. Una regione sempre più attrattiva, premiata da italiani e stranieri».
La Gazzetta del Mezzogiorno
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