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VIESTE – Museo Civico: presentazione del romanzo “La mala vita di Nicola Morra” del giornalista Raffaele Vescera

Sabato 22 ottobre, alle ore 19,00, presso il Museo M. Petrone di Vieste, lo scrittore Raffaele Vescera, di origini viestane, dopo il romanzo ambientato a Vieste, “Il giudice e Mussolini” che racconta la storia del magistrato garganico Mauro Del giudice, istruttore del processo Matteotti, torna a Vieste, presentato dal giornalista Gaetano Simone, per parlare del suo nuovo romanzo “La mala vita di Nicola Morra”, un romanzo storico che racconta le disavventure del famoso bandito di Cerignola Nicola Morra, protagonista di rivolte sociali a cavallo degli anni dell’Unità d’Italia. Alcune pagine del romanzo sono dedicate agli avvenimenti viestani e garganici del 1861.
Introduce la presentazione del volume il Sindaco di Vieste avv. Giuseppe Nobiletti.
Nicola Morra, bandito solitario pugliese, alla macchia per un indesiderato duello che lo vide vincitore. Eroe romantico dell’Ottocento, Zorro mediterraneo, cavaliere irriverente, sbruffone e poeta, beffardo derisore di potenti e pietoso elemosiniere dei poveri, mai violento, avventuroso e burlone, amante infedele, giustiziere a cavallo e ladro di purosangue. Incarcerato per mezzo secolo, nelle galere incaricato dai capi liberali e carbonari, Luigi Settembrini e Silvio Spaventa di unirsi alla camorra per farsi garante del loro patto scellerato contro il re Borbone, in nome dell’unità d’Italia. Poi, deluso dalla calata degli invasori sabaudi dalla parlata francese, diventa amico degli insorti rifugiati nei boschi, comandati dal generale dei briganti Carmine Donatelli Crocco, con il quale condivide gli ultimi anni di vita nel bagno penale di Santo Stefano. Infine condannato con lombrosiana sentenza per via del suo ghigno “meridionale”. Le gesta del celebre bandito di Cerignola, vissuto nell’Ottocento, riempivano le fantasie dei pugliesi che le avrebbero cantate per il secolo a venire nelle canzoni popolari e nei dipinti naif.
Il mito comune è quello del fuorilegge suo malgrado, Robin Hood o Jesse James, le cui gesta si cantavano simili a quelle di Morra, del bandito gentiluomo che toglie ai ricchi per dare ai poveri, vittima della perfidia del potere. La bontà dell’eroe si dava per scontata e le sue azioni erano giustificate in quanto dettate dalla necessità della giusta punizione del malvagio o da quella dell’osservanza di un codice d’onore dal quale non poteva prescindere.
Raffaele Vescera è giornalista e scrittore. Appassionato studioso del Meridione d’Italia, ha pubblicato, oltre a numerosi racconti, diversi romanzi storici, tra cui ricordiamo Inganni (1992), Cacciabriganti (1994), La mala vita di Nicola Morra (2003), Il barone contro (Addictions-Magenes Editoriale, 2014) e Il giudice e Mussolini (ED-Enrico Damiani Editore, 2019).

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