Lancia un appello ai consiglieri provinciali e a tutti gli amministratori indicando quella che considera la missione più importante: “Se noi non usciamo da questa logica del piccolo campanile, non andremo da nessuna parte, perché se non cambia la considerazione che gli altri hanno della provincia di Foggia non ci sarà futuro. Faccio riferimento soprattutto ad alcuni temi fondamentali, il primo tra tutti è quello della legalità. Abbiamo una criminalità che morde gli amministratori e il tessuto economico. Se non ci liberiamo da questo peso che ci schiaccia, potrebbe non arrivare gente da fuori che vuole investire. Se noi non ci liberiamo da questa piovra, non ci dobbiamo meravigliare se i nostri giovani emigreranno”. Vuole scalare le classifiche che relegano la Capitanata nelle retrovie.
“Dobbiamo rendere i 119 istituti superiori di cui siamo proprietari idonei allo svolgimento delle attività e al proficuo sviluppo delle capacità dei nostri ragazzi, e dobbiamo cercare di creare un sistema fecondo che consenta loro di poter scegliere se andare via o rimanere”, afferma a proposito delle principali funzioni attribuite alle Province. “Spero con la mia maggioranza, ma anche un’opposizione responsabile – ha detto in chiusura del suo discorso -, di poter portare questa provincia a un livello superiore”. Niente linee programmatiche per oggi: “Le vorrei condividere con i miei consiglieri di maggioranza e anche con i territori, quindi vorrei avere un po’ più di tempo per redigerle”, fa sapere Nobiletti ai microfoni.
Gli strascichi della campagna elettorale si fanno sentire anche nella prima seduta. Il consigliere provinciale Rino Pezzano, eletto nella lista dell’ex presidente, per primo difende l’operato di Nicola Gatta, convitato di pietra. Avverte Nobiletti, che aveva definito il suo avversario “un uomo solo al comando”: “Molto probabilmente verrà lasciato solo, perché i consiglieri provinciali non si sentiranno coinvolti, ma non da lei, da quella che è la concezione del ruolo frutto di questa norma”.
Un’ora prima della seduta, era arrivata una nota a firma di Nicola Gatta, in qualità di leader del movimento civico ‘Per la Capitanata’. Non ha gradito che il suo successore abbia optato per la revoca degli incarichi fiduciari a tempo determinato ai dirigenti ex articolo 110 del Tuel. “Io sono di un orientamento giurisprudenziale diverso dal suo – afferma Nobiletti -. Non so che studi abbia fatto lui, io qualche studio in più l’ho fatto: secondo me i dirigenti ex 110 vengono nominati dal presidente in carica e non si lasciano in eredità. È necessario un periodo di conoscenza con i dirigenti, nulla vieta che domani possano essere riconfermati. Adesso, intanto, iniziamo con nuove procedure di selezione e poi deciderò”. Pronto a eventuali contenziosi, in aula ha precisato che “non c’è alcun pregiudizio nei confronti dei soggetti destinatari dei decreti”.
Smorza anche i “toni trionfalistici” del suo predecessore che aveva parlato di 90 milioni di euro a disposizione del nuovo corso amministrativo: “Che in cassa ci siano 90 milioni di euro è un dato incontrovertibile, però che siano spendibili così liberamente è una sciocchezza, perché Gatta sa benissimo che la cassa è una cosa e la competenza è un’altra. Quei 90 milioni sono già destinati. Da una prima analisi che ho fatto, quest’anno rispetto a lui ho 10 milioni da spendere in meno e sono derivanti da una perdita di gettito legata ad una sentenza del Consiglio di Stato che riguarda il canone unico e ad altre due entrate in cui il gettito è minore”.
In aula aggiungerà che sul “Cis sono stati aperti i cassetti e sono stati candidati i progetti esistenti, non c’è stata nessuna programmazione, nessun coinvolgimento dei territori, nessuna visione”. Attribuisce tutti i meriti del Contratto Istituzionale di Sviluppo a Giuseppe Conte, all’epoca premier, che “aveva deciso di dare giustamente delle risorse alla Provincia di Foggia”.
Il consigliere provinciale Giuseppe Mangiacotti (Capitanata al Centro), ex vicepresidente, prova ad archiviare la campagna elettorale: “Al netto del tifo, ormai abbiamo finito le elezioni e ora ha il dovere di coinvolgere tutto il Consiglio provinciale”. Negli stessi banchi, il “processo” a Gatta ha infastidito anche il consigliere Roberto Augello (Fratelli d’Italia). Il distinguo tra maggioranza e opposizione operato dal neo presidente, quando la riforma Delrio aveva reso piuttosto labile questo concetto, non è piaciuto ai consiglieri passati dall’altra parte.
“Mi aspettavo oggi di assistere a una festa, non ha ancora fatto il giuramento e già sono scoppiate le polemiche”, osserverà dalla ‘maggioranza’ la consigliera Lucrezia Cilenti (Insieme per la Capitanata). È il consigliere provinciale Salvatore Prencipe (Insieme per la Capitanata), nel suo intervento, a ricordare come l’Assemblea dei sindaci, organo previsto dalla legge, non sia mai stata convocata negli ultimi quattro anni, al di là della deroga consentita dalla pandemia. “Io vorrei caratterizzarmi proprio riuscendo a coinvolgere in maniera più efficace i consiglieri ma anche e soprattutto i territori, riattivando i vecchi strumenti che erano andati in disuso con il presidente Gatta: l’Assemblea dei sindaci deve tornare ad avere un proprio ruolo”, dichiarerà sul punto il presidente Nobiletti. Ha intenzione di andare direttamente sui territori con la tecnostruttura, dividendo la Capitanata in quattro macroaree – Monti Dauni, Gargano, Alto e Basso Tavoliere – per raccogliere le priorità e stilare una lista degli obiettivi urgenti.
Ora si gioca la partita delle deleghe. “La settimana prossima, al massimo entro dieci giorni, saranno conferite”, annuncia. Sta lavorando in questi giorni alla lista. La vice presidenza potrebbe toccare a Nunzia Palladino, consigliera provinciale di ‘Insieme per la Capitanata’ in quota M5S. (fonte: FoggiaToday)
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