Attualità

VIESTE – Alla “scalinata della legalità” commemorate le vittime innocenti della mafia

Anche Vieste, sempre in prima linea per la legalità, ha commemorato oggi òe vittime innocenti della mafia. Lo ha fatto con una semnplice ma toccante cerimonia svoltasi sulla “scalinata della legalità”, che collega via Giuseppe Verdi a via Dante Alighieri. Ad organizzarla, il Consiglio comunale dei ragazzi dell’Istituto comprensivo “Rodari-Alighieri-Spalatro”, con l’Amministrazione comunale e la Consulta giovanile. Alla presenza delle autorità civili e militari, sono stati letti dai ragazzi i nomi di 51 vittime della mafia, nomi scritti sugli altrettanti gradini che compongono la scalinata. Tra i nomi, quelli di diverse vittime della nostra terra.
Di seguito, il discorso letto dalla mini-sindaco, Luisa Spina, a nomme di tutti.
“Siamo qui riuniti, oggi, per ricordare il dolore di una mamma, il dolore di tante madri.
E’ una giornata estiva.
Il sole splende sulla autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”.
Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Siamo qui oggi tutti, presenti e silenti.
C’è il mondo della scuola, rappresentato dagli alunni, dai docenti, dal personale ATA e dai Dirigenti
C’è il mondo delle Istituzioni, rappresentato dal Sindaco e dagli Assessori del Comune di Vieste
C’è il mondo delle forze dell’ordine presenti sul territorio, rappresentate al loro massimo livello, Carabinieri, Polizia di Stato, Finanza, Polizia municipale.
C’è il mondo delle associazioni, rappresentato da “I ragazzi di via d’Amelio” e dal Presidio scolastico cittadino della legalità “Hyso Teleharay”.
C’è il mondo della Chiesa, rappresentato dai Parroci di Vieste
Siamo qui oggi tutti, presenti e silenti, per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e per dare una risposta al dolore di quella madre,
per declamare i nomi delle vittime innocenti di mafia presenti sulla nostra scalinata della legalità.
Un lungo elenco di nomi per scandire la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.
Oggi, 21 marzo: perché in questo giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza, di giustizia e di verità.
Lo slogan di quest’anno è semplicemente “E’ possibile”
e vuole portarci a riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. La parola “possibile” deriva da “potere” e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere. In un momento storico in cui le difficoltà sono numerose, con la crisi ambientale, sociale ed economica aggravata dalla pandemia e la vulnerabilità politica internazionale provocata dalla guerra, abbiamo il dovere di indicarci insieme la strada, di dirci dove può e deve portarci il nostro impegno comune.
È un tempo complesso che ci chiede di metterci in gioco anche componendo nuovi orizzonti, ponendo in dialogo competenze diverse e saperi transdisciplinari, per generare un pensiero meticcio. Sappiamo che “è possibile” superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà.
Ringrazio tutti gli intervenuti e prima di congedarci, e per riprendere la giusta concentrazione e riflessione di questa giornata il maestro Mario Racioppa eseguirà nuovamente il silenzio.
GRAZIE”.
Luisa Pia Spina – Sindaco dei Ragazzi dell’Istituto Comprensivo ‘Rodari Alighieri Spalatro’ Viest

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